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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Caso Tecnova: riduzione in schiavitù, nove in arresto

Polizia e finanza hanno eseguito sequestri e ordinanze di custodia cautelare nella vicenda dei cosiddetti "schiavi del fotovoltaico". Si tratta di soci, amministratori, e capicantiere della società

BRINDISI - Caso Tecnova (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=26766), la vicenda, come preannunciato, ha avuto un epilogo giudiziario dai toni forti. E scattano gli arresti per associazione per delinquere finalizzata alla riduzione e mantenimento in schiavitù, estorsione, favoreggiamento della condizione di clandestinità di cittadini extracomunitari e truffa aggravata ai danni dello Stato. Ben quindici le ordinanze di custodia cautelare emesse, ma sei persone sono al momento irreperibili: solo nove dei presunti responsabili sono stati fattivamente arrestati.

All'alba di oggi, la squadra mobile di Lecce e la guardia di finanza di Brindisi, al termine di un'indagine partita dalle note denunce di decine e decine di cittadini extracomunitari (molte delle quali depositate presso il commissariato di Galatina), hanno dunque eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere, con decreto di sequestro preventivo di quote sociali, compendio aziendale e tutte le attrezzature, i materiali e i mezzi riconducibili alla società italo-spagnola.

I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e della Procura della Repubblica di Brindisi. L'antimafia è chiamata in causa proprio per il reato di riduzione in schiavitù, particolarmente grave e per il quale il rischio che corrono gli indagati è di condanne molto severe.

Fra arrestati e ricercati, come detto, sono quindici le persone indagate. Si tratta di soci, amministratori, e capicantiere della società italo-spagnola specializzata in impianti fotovoltaici, con sede legale a Brindisi, che sarebbero responsabili di avere assunto cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno e di aver favorito la loro permanenza irregolare occupandoli, in condizione di asservimento alle dipendenze della società. Dipendenti e dirigenti italiani e stranieri.

Si tratta di: Marco Damiano Bagnulo, 22enne di Brindisi; Annamaria Brunetti, 27enne di San Pietro Vernotico; Luis Miguel Cardenas Castellanos, colombiano, 33enne, domiciliato a Brindisi; Manuela Costabile, 35enne di Brindisi; Cosima De Michele, 57enne di Brindisi; Martin Denowebu, 34enne, ghanese, domiciliato a Lecce; Laura Garcia Martin, spagnola, 32enne, domiciliata a Brindisi; Veronica Yanette, cubana, 34enne, domiciliata a Surbo; Didier Gutierrez Canedo, spagnolo, 20enne, domiciliato a Brindisi; Luis Manuel Gutierrez Nunez, spagnolo, 38enne, domiciliato a Brindisi; Andres Felipe Higuera Castellanos, colombiano, 33enne, domiciliato a Brindisi; Brahim Lebhiha, marocchino, 26enne, domiciliato a Brindisi; Francisco Josè Luque Jmenez, spagnolo, 35enne, domiciliato a Brindisi; Josè Fernando Martinez Bascunana, spagnolo, 38enne, domiciliato a Brindisi; Tatiana Tedesco, 26enne di Brindisi.

L'impresa, che ha circa 800 dipendenti, nel Salento ha costruito fino ad oggi ben undici impianti fotovoltaici. Nei confronti di quattro degli indagati, sono statti eseguiti sequestri preventivi per equivalente per 275mila euro, pari ai contributi previdenziali ed assistenziali che sarebbero stati evasi.

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