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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Revisione degli estimi, la Cassazione rimette in gioco il Consiglio di Stato

La sentenza stabilisce l'idoneità della sede amministrativa per decidere della questione che aveva provocato le proteste di migliaia di proprietari di immobili

LECCE – Secondo la Corte di Cassazione è la giustizia amministrativa la sede in cui si tutela l’interesse della collettività rispetto alla legittimità degli atti e dunque il Consiglio di Stato deve pronunciarsi sulla questione degli estimi catastali posta due anni addietro, quando fu invece stabilita la competenza del giudice tributario.

In quell’occasione, infatti, venne neutralizzato il pronunciamento del Tar di Lecce che aveva annullato tutto l’iter di revisione degli estimi catastali: così facendo, tutti i proprietari di immobili che non si erano opposti davanti alla commissione tributaria provinciale hanno dovuto prendere atto della irrevocabilità della revisione. La vicenda aveva portato a un duro scontro tra le associazioni e l’Agenzia delle Entrate, con il Comune che in prima battuta ha commissionato il riclassamento innescando una reazione forte dei cittadini e che in seconda istanza si è schierata al fianco dei consumatori.

La Cassazione si è pronunciata a sezioni unite, accogliendo il ricorso dell’avvocato Piero Mongelli nell’interesse di un cittadino e di Codacons, Adoc e Adusbef, con l’intervento dell’amministrazione comunale rappresentata dal legale Francesco Baldassare. Il Consiglio di Stato dovrà quindi discutere e stabilire se il Tar aveva fatto bene ad annullare gli atti in materia di classamento oppure no.

Non solo: secondo i ricorrenti la Suprema Corte ha fornito una serie di indicazioni dalle quali non si potrà prescindere a partire da una definizione di microzona che conferma la tesi per la quale la revisione degli estimi sul territorio comunale leccese era fondata su presupposti sbagliati. Inoltre la Cassazione ha specificato che la ragione che giustifica il classamento è l’accertamento della modifica del valore degli immobili secondo precise procedure e non la semplice evoluzione del marcato oppure la volontà politica di un ente. Infine, è stato ricordato che l’agenzia competente deve specificare se il mutamento è dovuto a una risistemazione dei parametri relativi alla microzona, a seguito di miglioramenti del contesto urbano.

Dopo la sentenza il Codacons, Adoc e Adusbef hanno voluto ricordare l’impegno di tutto lo staff legale che ha seguito la questione, composto dagli avvocati Leonardo Leo, Chiara Balzani, Piero Mongelli, Luisa Carpentieri, Cristian Marchello, Alessandro Presicce, Antonio Tanza, Daniele Imbò, Vincenzo Mele, Carlo Fumarola, Luigi De Giorgi, Massimo Todisco. 

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