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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Castro

Castro, il volto sfregiato: quale la causa del crollo?

Il giorno dopo un episodio che ha dell'incredibile si iniziano le prime valutazioni sui motivi che hanno condotto al crollo di un intero stabile. Non è da escludere un cedimento dovuto alle piogge

Castro ed il suo incantevole volto sfregiato. Il giorno dopo, quando ormai è certo che fra le macerie di quello che sembra lo scenario di un film di guerra non vi sono vittime, l'animo della cittadinanza è diviso fra un lungo sospiro di sollievo e la paura che la roccia possa cedere di nuovo, in altri punti. E' una città interamente appollaiata su antiche pietre, questa. La sua conformazione caratteristica, gli strapiombi, gli scenari aspri e fiabeschi che si aprono d'incanto fra le strette vie, attirano da sempre turisti da tutto il mondo. Se il crollo della palazzina, nel pieno cuore di Castro, in piazza Dante, fosse successo d'estate, forse si starebbe piangendo una tragedia. Circa 25-30 metri di frontespizio venuto già come una valanga, squarciando case che ora si aprono verso il nulla come orbite vuote, pietre crollate come un castello di sabbia sotto un'onda maligna. E invece, appena quattro feriti lievi, intossicati dalla polvere inalata, solo toccati da qualche scheggia impazzita sputata dal palazzo che si polverizzava in pochi istanti. C'erano una trentina di persone, al momento del crollo, all'interno del bar centrale. Sono fuggite alle prime avvisaglie di cedimento, quando dall'alto sono cadute i primi calcinacci. Poi, l'impressionante rombo dietro quell fuggi-fuggi generale.

Da quel momento in poi - erano le 15,30 circa - la tranquilla vita di un paese che vive da protagonista d'estate, sonnecchiando nei lunghi inverni in attesa che si compia l'eterno ciclo delle stagioni e arrivi di nuovo il sole, linfa per l'economia, è stata scossa dai lunghi sibili delle sirene. Vigili del fuoco, carabinieri, tecnici per studiare i motivi di quello che - è l'ipotesi che lentamente si fa strada -, sembra essere stato un cedimento strutturale. Sui piani alti si stavano effettuando alcuni lavori, resta da chiarire se e quanto possano essere concausa di un crollo che forse sarebbe potuto avvenire in ogni caso. Anche perché le piogge, mai intense come quest'anno, hanno già provocato danni infiniti, e sono ritenute responsabili di altri cedimenti di immobili, avvenuti nelle scorse settimane. Basti pensare all'antico castello di Salice Salentino. "Probabilmente le incessanti piogge delle ultime settimane hanno contribuito, in maniera sensibile, ad un progressivo indebolimento di alcune strutture portanti", ricorda infatti il consigliere della Regione Puglia e vicepresidente della VII Commissione, Affari istituzionali, Antonio Buccoliero. "Credo si possa parlare di una tragedia sfiorata, se si considera come, nel pomeriggio di sabato, la piazza fosse molto frequentata. Al momento attuale, prima di una valutazione concreta dei danni e, soprattutto, delle cause che hanno determinato il crollo di una parte della pizza, credo si possa avanzare la richiesta dello stato di calamità naturale per una comunità già duramente colpita dal maltempo dei giorni scorsi".

E allora, meglio davvero che sia successo in questo momento, perché non si riesce neanche ad immaginare la scena, se magari in pieno agosto, quel bar, quella piazza, quelle case quasi tutte di proprietà di turisti residenti fuori Lecce, fossero stati popolati. Gli esperti e le istituzioni invitano alla calma, certo, ma nessuno esclude la possibilità di qualche altro crollo. Esistono alcune cavità sottostanti, e le ruspe si muovo in fretta per cercare di ripulire l'area nel modo più veloce possibile. Alcune abitazioni limitrofe sono state poste sotto sequestro, per precauzione. In Provincia si riunirà un tavolo tecnico per studiare le prossime procedure. Abbattimento dell'intero stabile o ristrutturazione? Tutto da chiarire. E questo, mentre il senatore Rosario Giorgio Costa sta per proporre un'interrogazione sul caso e le comunità vicine si stringono idealmente a Castro, patrimonio di tutti i salentini, dopo un evento che ha sinistre analogie (pur nella diversità di evento) con un altro cedimento, ormai passato alla storia, quello del terreno avvenuto in via Firenze, nella parte alta di Gallipoli, dove nel marzo del 2007 si aprì un'immensa voragine.

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