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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Racale

Cause sulla morte del dj di Racale, nessuna certezza dalla perizia

Il 34enne fu trovato impiccato a un albero di ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo il 22 giugno del 2015. La madre: “Noi non ci arrenderemo e continueremo a lottare fino all’ultimo respiro per avere la verità”

RACALE - Nessuna verità è emersa dalla perizia disposta nell’inchiesta sulla morte di Ivan Ciullo, il dj 34enne di Racale trovato impiccato a un albero di ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo all’alba del 22 giugno del 2015.
A renderlo noto sono stati i legali della famiglia, Paolo Maci e Gianluca Tarantino, che venerdì scorso hanno partecipato all’udienza durante la quale gli esperti hanno illustrato, in sede di incidente probatorio, la relazione svolta in questi mesi su incarico del giudice Sergio Tosi, finalizzata ad accertare i tempi, i mezzi e le cause della morte. 
“E’ emerso che non è stata data risposta ad alcuni dei quesiti posti dal gip e a molti è stato risposto con ipotesi e nessuna certezza. La super perizia ha evidenziato, infatti, l’impossibilità di dare risposte certe a causa del fatto che non sono state svolte indagini nell’immediatezza del ritrovamento del corpo del ragazzo, né successivamente. La mancata autopsia (autorizzata solo nel 2019, a seguito delle richieste dei familiari), il non aver fatto alcun tipo di indagine scientifica sul luogo in cui è stato ritrovato il corpo sono gli elementi principali che stanno ostacolando la ricerca della verità. A conferma che la battaglia intrapresa dai genitori, Rita Bortone e Sergio Martella,  era, ed è, ragionevole”, hanno spiegato i due legali.
Ricordiamo che, nel dicembre del 2021, il gip aveva accolto l’opposizione della famiglia di Ciullo alla richiesta di archiviazione avanzata per la terza volta dalla Procura di Lecce, disponendo ulteriori indagini affinché si facesse luce, una volta per tutte, sulla vicenda. 
A svolgere questi ultimi accertamenti erano stati il medico legale Riccardo Zoia, l’informatico forense Silverio Greco, l’ingegnere forense Antonio Vernaleone. Gli avvocati Maci e Tarantino si erano avvalsi come periti di parte, del criminologo Roberto Lazzari, dell’esperto informatico Pasquale Catalano e dell’ingegnere informatico Giuseppe Lodeserto. 

“Noi non ci arrenderemo e continueremo a lottare fino all’ultimo respiro per avere la verità: abbiamo diritto di sapere come è morto nostro figlio”: ha dichiarato la madre del giovane scomparso. 

“Attendiamo ora fiduciosi la decisione del pm Maria Vallefuoco, che alla luce di quanto emerso dalla relazione peritale, auspichiamo voglia disporre ulteriori indagini per dare risposta ai quesiti irrisolti”: hanno affermato i legali della famiglia. 

Nell’inchiesta è indagato, per istigazione al suicidio, l’uomo con cui all’epoca il dj ebbe una tormentata relazione sentimentale.

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