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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cavallino

Incursione armata, colpiti i negozi del presidente del Brindisi Fc e del fratello

Tutto è avvenuto a Cavallino intorno alle 4 di notte. Cinque spari contro L'Aspirapolvere, rivendita di elettrodomestici, e un altro su L’Amor di Latte, caseificio. Sul posto i carabinieri. I due imprenditori hanno guidato la cavalcata in serie C della formazione biancazzurra

CAVALLINO – Sei colpi d’arma da fuoco, una per un’attività commerciale e cinque per l’altra. Il tutto alla periferia di Cavallino, cittadina alle porte di Lecce già teatro nel recente passato di azioni intimidatorie a imprenditori e commercianti.

Molto particolare il profilo delle vittime, questa volta, perché bersaglio dei malviventi, sulle tracce dei quali ora vi sono i carabinieri, sono stati gli esercizi commerciali dei fratelli Daniele e Teodoro Arigliano. Entrambi brindisini, il primo (che risiede a Lizzanello) è presidente e il secondo, dall'estate dello scorso anno, socio del Brindisi Football Club, fresco di festeggiamenti dopo il trionfale ritorno in serie C a distanza di ben trentatré anni.

Le attività dei due imprenditori sorgono accanto ad altre, lungo via Circonvallazione, e sono praticamente contigue. L’Aspirapolvere, negozio di elettrodomestici, è il negozio gestito da Teodoro Arigliano. E qui gli autori dell’incursione armata si sono accaniti con ben cinque colpi sulla vetrata. Uno solo, invece, quello esploso contro L’Amor di Latte, caseificio di Daniele Arigliano.

I due esercizi colpiti

Peraltro, chi ha agito forse non ha riflettuto troppo sul fatto che dentro quest’ultima attività commerciale, proprio per la sua tipologia, potesse esservi al lavoro già qualcuno, nonostante fossero grossomodo le 4 di notte. Correndo il rischio, quindi, di essere notato. In effetti, dentro vi erano alcuni operai, i quali, però, non si sono accorti immediatamente di quanto accaduto all’esterno. Insomma, i malviventi hanno avuto anche una buona dose di fortuna, oltre che di spavalderia.

Usata una pistola semiautomatica

L’intervento dei carabinieri dipendenti dalla compagnia di Lecce risale alle 4,30 circa. Non risultano colpiti i punti vendita dei due fratelli nella città Brindisi. Presi di mira, dunque, solo quelli del Leccese. Si vaglieranno filmati di videosorveglianza e si cercherà di capire quale possa essere il movente, considerata la molteplicità degli interessi dei due imprenditori che contempla, ora, anche l’ascesa nel mondo del calcio professionistico. Anche se entrambi sembrerebbero escludere proprio il calcio, pur non sapendo a quale nemico invisibile attribuire questa minaccia.

Difficile dire quanti abbiano preso parte all’azione. Le telecamere interne del negozio L’Aspirapolvere avrebbero immortalato la sagoma di uomo, posto a una certa distanza, e il fumo degli spari. Il soggetto era a piedi, quando ha esploso i sei colpi, ma non si può certo escludere che sia stato accompagnato sul posto da altri con qualche veicolo non ripreso dai filmati. Si dovrà quindi sperare che ulteriori telecamere, lungo l’ipotetico tragitto, possano aver immortalato qualcosa.

Le indagini sono in mano ai carabinieri della stazione di Cavallino, i quali hanno sequestrato sei proiettili. L’arma usata, una pistola semiautomatica calibro 9x21.      

Calcio e minacce, gli altri casi

In provincia di Lecce non è la prima circostanza in cui si verifichino episodi intimidatori a esponenti del mondo calcistico a livelli professionistici. Il caso più recente è quello riguardante Antonio Calabro, allenatore della Virtus Francavilla, club della provincia brindisina, militante in serie C. La notte fra 22 e 23 febbraio scorsi la sua autovettura fu presa di mira con due colpi di fucile. Il fatto si verificò a Melendugno, dove il tecnico abita.

La vicenda più eclatante, però, resta quella del luglio dell’anno scorso, quando ignoti appesero nottetempo due teste di maiale sulla porta di casa e dello studio legale dell’avvocato Saverio Sticchi Damiani, presidente dell’Unione sportiva Lecce. Inquietante episodio per il quale si aprì un’indagine della Digos al momento ancora in corso.

Difficile dire, al momento, in tutte e tre queste vicende se davvero il movente di base possa essere legato al calcio. Ma una cosa è certa: lo sport più amato dagli italiani è il collante invisibile che le lega.

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