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Cronaca

Celebrata anche a Lecce la ricorrenza della Virgo Fidelis, patrona dell'Arma

Questa mattina, nella Cattedrale di Lecce, è stata celebrata la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei carabinieri

LECCE – Questa mattina, nella Cattedrale di Lecce, è stata celebrata la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei carabinieri. Alla funzione religiosa, che è stata presieduta dall’arcivescovo metropolita, monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, hanno partecipato il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, e le altre autorità civili e militari della provincia, oltre alle rappresentanze dell’Arma in servizio e in congedo.

Maria “Virgo Fidelis” è stata proclamata ufficialmente “Patrona dei Carabinieri” l’8 dicembre 1949 da Papa Pio XII, accogliendo l’istanza di monsignor Carlo Alberto di Cavallerleone, ordinario militare per l’Italia, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della commemorazione liturgica della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber, combattuta in Abissinia fra italiani e britannici, durante il secondo conflitto mondiale. In quel giorno del 1941, infatti, il Primo gruppo mobilitato dei carabinieri si sacrificò nella strenua difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culqualber, eroico gesto che valse la seconda medaglia d’oro al valor militare alla bandiera dell’Arma dei carabinieri, dopo quella ottenuta in occasione della partecipazione alla prima guerra mondiale. Ai pochi sopravvissuti gli avversari tributarono l’onore delle armi.

Al termine del rito religioso, dopo la lettura della preghiera del carabiniere, il comandante provinciale, colonnello Giampaolo Zanchi, ha pronunciato una breve rievocazione dell’evento bellico, giunto al suo 76esimo anniversario, sottolineando il forte legame tra l’Arma e la propria Patrona e rivolgendo, infine, un pensiero commosso a tutti i suoi caduti e alle loro famiglie, in concomitanza con quella che è anche la “Giornata dell’orfano”.

Il colonnello si è particolarmente soffermato sul concetto di “Fedeltà”.  “L’Arma dei Carabinieri, nella sua storia gloriosa, è sempre stata veicolo di richiami forti, al riguardo. Essa venera in Maria la fedeltà. E’ proprio la fedeltà al servizio, espressa nel nostro motto “nei secoli fedele”, che qualifica l’agire di ognuno di noi. La Vergine Maria ci indica la strada insegnandoci che è sempre possibile percorrere la via di un dovere assunto con fedeltà, rigore morale e amore, senza tentennamenti e con impegno di giustizia e di equità, di fronte a situazioni difficili e complesse”.

La Fedeltà è la capacità dell’uomo di elevarsi al di sopra dell’instabilità di emozioni, sentimenti, desideri, in forza della visione interiore di valori che non possono essere mai traditi, costi quel che costi. E per molti dell’Arma il costo è stata la vita. “In un’epoca così difficile dobbiamo ancor più ricorrere allo sguardo confortatrice della nostra Patrona e prendere a modello proprio i martiri di Culqualber, i quali ci testimoniano concretamente quanto sia grande il patrimonio di efficienza e abnegazione tramandato da tutti i Carabinieri caduti, che, in pace e in guerra, in Italia e all’estero, hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio”.

La fedeltà è la suprema manifestazione della libertà. Ne deriva che l’Arma dei Carabinieri è un vero e proprio capitale sociale. E le società hanno oggi un immenso bisogno di capitali sociali: di fedeltà, di lealtà verso le istituzioni, di passione per il bene comune.

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