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Cronaca

Centinaia di migranti sulle rotte del Salento: un'estate di sbarchi

Ieri pomeriggio, secondo sbarco consecutivo nell'arco della giornata, a Marina Serra. Al largo di San Cataldo, marina leccese, avvistato peschereccio carico di migranti, scortato a Bari. Un fenomeno che sembra in netta ascesa

 

MARINA SERRA (Tricase) – Terzo sbarco consecutivo, il secondo in un solo giorno, al quale si aggiunge un altro, avvenuto più a nord, di ben 127 migranti, questi ultimi avvisati davanti alle coste del Salento e poi condotti verso Bari dalla guardia di finanza.  

A Marina Serra, nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 18,30, i carabinieri della compagnia di Tricase hanno bloccato a terra ventuno sedicenti pachistani, poi condotti verso il “Don Tonino Bello” di Otranto. A breve distanza, gli uomini della guardia costiera di Otranto hanno poi trovato un’imbarcazione semiaffondata, con immatricolazione greca, che si presume possa essere stata utilizzata proprio per quest’ultima traversata.  

E’ stato il colpo di coda di una serie di sbarchi nel basso Salento, ai quali si aggiunge un episodio ancor più rilevante. Ben 127 migranti, soprattutto egiziani e palestinesi, e tra i quali molti minorenni, si trovavano a bordo di un peschereccio, condotto verso il porto di Bari dalle vedette della guardia di finanza alle 5,30 del mattino. La particolarità è rappresentata dal fatto che fossero in navigazione da quasi una settimana, con tutte le difficoltà del caso. Per sette è stato necessario il ricovero.

I primi ad avvistare il peschereccio straripante di persone, è stato un aereo islandese coordinato dal Roan di Taranto nell'ambito di servizi internazionali anti-immigrazione, a 25 miglia a largo di San Cataldo, marina di Lecce, nella notte di venerdì. Dopo 48 ore di monitoraggio, quando il peschereccio è entrato nelle acque italiane, è stato abbordato e due finanzieri sono saliti a bordo. L’imbarcazione è stata così scortata verso Bari. Del gruppo farebbero parte anche gli scafisti, presumibilmente egiziani, sette in tutto. Nel corso dell’operazione, la situazione è stata tenuta sotto controllo da un elicottero della capitaneria di porto.

Questi ultimi episodi evidenziano quanto il problema stia assumendo ancora una volta dimensioni difficili da contenere.  Risale all’anno scorso una vasta retata della squadra mobile di Lecce, che sgominò un’organizzazione di trafficanti di vite umane, un business che produce un fatturato con cifre da capogiro. Ma la capacità di rigenerazione di questi gruppi criminali è alta, proprio in virtù dell’affare da intessere sulla pelle dei disperati in fuga da scenari raccapriccianti, sotto dittature, guerre civili, miseria nera. Un affare da non lasciarsi sfuggire e di cui lo sbarco finale, spesso sulle sponde del Salento, è solo l’atto finale.

L’anno era iniziato sotto una luce in apparenza positiva: solo tre casi registrati fino ad aprile. Poi, all’improvviso gli scafisti hanno innestato la marcia e sono tornati alla ribalta. Un maxi-sbarco alla fine di maggio (in duecento giunti a Porto Badisco), è stato seguito da una serie di ulteriori avvicinamenti alle coste, prima a bordo di piccole imbarcazioni, con carichi ridotti, poi con vecchi sistemi (gommoni e barche a vela).

Il 19 giugno, dopo alcuni approdi che lasciavano già presagire un trend in crescita, la sconvolgente tragedia di una barchetta che non ha retto di fronte alla forza dei marosi e che ha portato alla morte di otto migranti. Tra la fine del mese e luglio, il fenomeno s’è intensificato, cinque sbarchi, gli ultimi dei quali racchiusi nella sequenza di due giorni consecutivi: 14 e 15 e luglio.   

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