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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Paralisi della giustizia, no grazie. Cgil elabora una proposta di riforma “ambiziosa”

Esponenti locali e nazionali del sindacato propongono la contro-riforma che poggia sull'ufficio per il processo, personale da riqualificare, risorse, informatizzazione. Il presidente Buffa: "Molto dipende da noi"

LECCE – Un muro contro muro quello sulla riforma della giustizia italiana. La norma redatta dal ministro Nitto Palma e sostanzialmente messa in atto dalla ministra Severino, per Cgil “consegna al Paese una giustizia a macchia di leopardo”. In alcune regioni l’ingolfamento della macchina burocratica determinato, secondo il sindacato, da tagli e accorpamenti di uffici del tutto “irrazionali” , produrrebbe un vero “ritiro dello Stato dal territorio”. Una sorta di resa che lungi dal produrre risparmio ed efficienza, peggiorerebbe le condizioni di una macchina amministrativa i cui costi vengono puntualmente scaricati sulle spalle dei lavoratori.

Che l’apparato amministrativo fosse in grave sofferenza, soprattutto dal punto di vista dell’organico, così come delle risorse disponibili, non è una novità. L’allarme l’aveva già lanciato il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Mario Buffa. Il sindacato entra nello specifico dei contratti integrativi, peraltro bloccati al pari di altri settori del pubblico impiego, che “non funzionano”.

Cosa fare quindi per impedire la “paralisi”, producendo un ipotetico danno al servizio dei cittadini? Il sindacato chiama a raccolta i suoi per elaborare una proposta di riforma che prenda spunto dalle più brillanti esperienze europee. Molti gli intervenuti al dibattito organizzato oggi presso Officine Cantelmo a Lecce: dal segretario locale della Funzione pubblica, Simone Longo alla referente regionale Patrizia Tomaselli; dall’esponente nazionale Nicoletta Grieco allo stesso presidente Buffa; fino al Luigi Rella per l’Ordine degli avvocati di Lecce, Roberto Tanisi, presidente dell’associazione nazionale magistrati di Lecce, Giuseppe Bonsegna, dell’Organismo unitario avvocatura leccese e Cosimo Durante per il Partito democratico.

La richiesta unitaria è rivolta al mondo della politica, specie in periodo di campagna elettorale: rimandare una riforma “sciatta e affrettata, che addirittura poggia sui dati Istat del 2001, e che non tiene conto né del tasso di criminalità, né dell’edilizia, confermando l’accorpamento in sedi giudiziarie a rischio di agibilità”.cgil - giustizia 002-2

Tutti d’accordo che, da qualche parte bisognerà pur ripartire. Se la geografia giudiziaria è datata e necessita di un restailing, le misure “non possono essere a costo zero, strumenti tampone per arginare le emergenze”. Servirebbe, al contrario, un “progetto ambizioso” e strutturale. Con risorse da recuperare a partire dal Fondo unico per la giustizia di cui non si conosce neppure bene l’entità.

La rivoluzione copernicana proposta da Cgil ribalta la prospettiva, a partire da una organizzazione poggiata su tre assi: il servizio che pone al centro la cittadinanza; gli investimenti nella modernizzazione e informatizzazione dei processi; la riqualificazione delle figure professionali. Quella del cancelliere in particolare che potrebbe diventare non solo uno sbocco di carriera per il personale interno, ma occasione per l’ assunzione di nuove leve. “Non vogliamo più praticanti tutto fare”, ammonisce il sindacato.

Escluso, poi, che “la magistratura italiana rappresenti un cancro da estirpare” il presidente Buffa ammonisce affettuosamente dal non guardare “in casa propria”. “Dobbiamo prendere atto che molte delle inefficienze dipendono anche da noi – spiega – Dalla nostra mentalità bizantina e dall’organizzazione del lavoro. Certo non basta la buona volontà perché in Italia, quando si arriva ad un punto fermo si ha la tentazione di rimettere tutto in discussione. Ma dobbiamo trovare immediate soluzioni provvisorie per tamponare le emergenze, per evitare che l’efficacia delle riforme in cantiere si perda durante la fase attuativa”.

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