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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Vicenda brevetti, Cgil e Uil denunciano: in corso una caccia alla "talpa"

I sindacati paventano un'indagine interna per stanare i responsabili della diffusi notizie "non riservate, ma atti pubblici". Nuovo fascicolo d'indagine su consulenze. Il rettore: "Presto l'esposto, documenti coperti da segreto"

 

LECCE - “Si restringono sempre di più, all’interno dell’università del Salento, gli spazi di agibilità democratica”. L’ennesima denuncia, forte, contro l’ateneo in tempesta arriva dai sindacati Flc Cgil e Uil Rua che sollevano il caso delle segnalazioni, pervenute da parte di alcuni lavoratori, in merito ad una presunta indagine interna avviata dall'amministrazione presso la ripartizione ricerca. Lo scopo? Individuare i soggetti responsabili di aver reso pubblici alcuni atti amministrativi.
 
“Questa notizia, se confermata, sarebbe di una gravità inaudita – spiegano i sindacati -  in quanto si vorrebbe contestare ai lavoratori di aver reso pubblici alcuni decreti rettorali e alcune delibere del consiglio d’amministrazione, relativi alla questione della registrazione dei brevetti che sono atti pubblici”. Il riferimento, chiarissimo, è alla polemica sollevata intorno alla società di consulenza sui brevetti “Laforgia, Bruni & Partners”, fondata proprio dal rettore Domenico Laforgia, padre dell’amministratore unico, Maurizio Laforgia. Dettagli sulla questione delle consulenze e degli incarichi affidati all’ateneo sarebbero contenuti anche negli ultimi esposti - alcuni dei quali anonimi - depositati in procura che hanno infoltito il faldone dell’indagine sull’ateneo, con un ennesimo fascicolo affidato al pm Paola Guiglielmi. Il nono, per la precisione.
 
I sindacati, intanto, levano gli scudi in difesa della documentazione diffusa sugli organi di informazione, che “non è riservata né soggetta a segreto d'ufficio”. “Non si comprendono, quindi, le motivazioni dell’eventuale indagine interna, - ammoniscono le segreterie di Cgil e Uil - a meno che non si voglia censurare quella trasparenza che, invece, è obbligatoria per una pubblica amministrazione come l'Università”. Un episodio nemmeno isolato, secondo i segretari, che parlano di una denuncia subita da un rappresentante sindacale “reo, a dire del rettore, di aver fatto uso privato del telefono d'ufficio”.
 
 “Premesso che, secondo la regolamentazione interna, i lavoratori sono tenuti a versare il costo delle telefonate private sulla base dei tabulati forniti dalla medesima amministrazione, - aggiungono - ci si domanda perché l'amministrazione non abbia ottemperato a quest'obbligo, richiedendo il predetto pagamento ai dipendenti. Questa inadempienza, peraltro, potrebbe configurarsi come danno erariale”. Il sindacalista in questione è Manfredi De Pascalis, esponente della Cgil balzato agli onori della cronaca in virtù dei nastri depositati in Procura. Le segreterie, lungi dal fare un difesa personale e d’ufficio, si chiedono però “come può il rettore aver desunto che quel rappresentante sindacale, e solo quello, ha utilizzato il telefono per scopi privati? E' stato fatto un accertamento complessivo sul traffico telefonico di tutto il personale o solo su quel lavoratore? Sono state commesse evidenti violazioni della privacy o reati simili?”.
 
Cgil e Uil parlano apertamente di un “intento persecutorio del rettore che va al di là di ogni più cupa immaginazione, esponendo a brutte figure e cadute di stile la stessa amministrazione”. Un atteggiamento che “mostra tutti i limiti di una gestione politica che si serve della propria posizione, per impartire lezioni e avvertimenti, in un’azione che ha il sapore della ritorsione”.
 
 “Per quanto tempo ancora saranno consentiti questi comportamenti che sembrerebbero sconfinare nell'abuso del proprio ruolo?” incalzano i sindacalisti che ritengono Domenico Laforgia “responsabile politico di questa barbarie” e cercano di coinvolgere l’intera comunità accademica, prima ancora del ministero e delle autorità territoriali, in una comune richiesta di dimissioni. 

 

Intervento del rettore: "Trafugati documenti coperti da segreto industriale. Presto un esposto".
 
Immediata una nota del rettore, Domenico Laforgia, che ribadisce la segretezza dei documenti:  "Le informazioni diffuse sono errate, all’Università sono stati trafugati documenti coperti da segreto industriale in base alla legge brevetti. In un caso, addirittura prima del deposito della documentazione di brevetto con grave danno patrimoniale all’Università del Salento. Il Rettore depositerà un esposto denuncia alla Procura della Repubblica nel corso della prossima settimana per individuare gli autori di questo grave danno subito dall’Università."
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