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Cronaca Surbo

Chiama il 112 temendo un tentativo di rapina, ma erano normali carabinieri

E' successo ieri sulla Surbo-Torre Rinalda. Forse nella concitazione non ha notato che una delle auto era quella d'istituto. Però ha riferito bene un dettaglio: le bande rosse sul pantalone nero. Che sono dell'uniforme...

SURBO – La strada immersa nell'oscurità delle campagne, la suggestione di sgradevoli vicende magari lette nelle cronache, la scena improvvisa di autovetture non proprio allineate al ciglio della strada, che si parano davanti agli occhi dopo una curva. La paura può giocare davvero brutti scherzi. Sarà stata la concitazione del momento, il timore di un tentativo di speronamento o qualcosa del genere. Così, ieri sera, verso le 18, una donna al volante di un’auto ha accelerato di colpo, credendo a un certo punto di aver seminato una banda di criminali, e ha afferrato il telefono, chiamando il 112.

Dall’altro capo un operatore della centrale operativa ha raccolto la telefonata, con voce trafelata, della donna che denunciava “di un tentativo di rapina” e ha subito diramato le ricerche. Salvo poi capire un po’ tutti, nel giro di qualche minuto, che le gazzelle dei carabinieri disseminate sul territorio altro non stavano per fare, se non mettersi a caccia di… altri carabinieri.

Già. I presunti, molto presunti, “rapinatori” avvistati poco prima sulla Surbo-Torre Rinalda, altri non erano, se non militari anche loro. E non certo in borghese e con un’auto civetta, il che avrebbe senz’altro messo in allarme chiunque. Ma con tanto di auto con colori d’istituto e regolari uniformi. Proprio nel momento in cui stava transitando la donna, avevano fermato un’altra auto, questa sì, sospetta, una Fiat Punto sfuggita poco prima all’alt per un controllo ordinario.

Certo, è più che possibile che la donna non abbia visto bene che uno dei veicoli era dell’Arma. La provinciale che collega Surbo alla marina leccese di Torre Rinalda è ben nota, purtroppo anche tragicamente (quanti incidenti gravi), per il suo percorso tortuoso costeggiando uliveti e per il buio pesto quando cala la sera.

ROS carabinieri (4)-2-2Ma la questione deve essere apparsa bizzarra subito, a chi ha raccolto la chiamata, perché qualche dettaglio descritto dalla donna, che ha riferito di almeno tre soggetti, era molto particolare. Un po' troppo. L’è parso, infatti, di vedere una pistola (e quale carabiniere in servizio non porta la sua fedele arma nella fondina?), e fin qui nulla di anomalo, anche per un rapinatore; però ha anche parlato di pantaloni (definiti tuta) neri con “bande rosse” laterali. Ohibò, ma non saranno proprio quelle che caratterizzano l’uniforme dei carabinieri?

Il panico, però, ha sconfitto la logica e nell’incertezza, comunque, sempre meglio telefonare che far finta di nulla. Male, dunque, la donna alla fine non ha fatto. Anche se non deve proprio essersi accorta dell’enorme equivoco. E il fermato? Negativo, non aveva armi o stupefacenti o altro ancora addosso. E’ stato però denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Ma questa, è un’altra – più ordinaria – storia.

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