Chiazza di catrame nelle acque di Frassanito. Pericolo inquinamento
Uno sversamento ad Alimini dovuto al probabile passaggio di una nave petroliera nella mattinata crea allarme tra i bagnanti: sul posto si sta operando con tutti i mezzi per frenare l'espansione delin altre zone costiere
OTRANTO – Una chiazza di catrame nelle acque di Frassanito: ed è allarme inquinamento tra i bagnanti. Nel pomeriggio di sole e mare ad Alimini, sul territorio costiero di Otranto, i bagnanti hanno visto d’improvviso il mare invaso da una macchia nera in espansione. I grumi di catrame, riconoscibili, si sono lentamente sparsi in più direzioni, facendo paventare un rischio ambientale.
Subito sono scattate le segnalazioni da parte dei presenti alle autorità competenti: allertato, in particolare, l’Ufficio circondariale marittimo locale, dove dalla sala operativa si è provveduto subito per verificare le lamentele, con l’invio di una motovedetta Cp 518 sul luogo. Riscontrata la veridicità della notizia, dalla sala operativa è stato attivato il dispositivo antinquinamento, facendo uscire anche la motovedetta Cp 809, inviando pattuglie sulle spiagge per monitorare a terra e a mare l’entità e l’estensione delle macchie fino al tramonto, rilevando grumi catramosi di varie dimensioni, vicinissimi alla riva ed in parte già spiaggiati.
Sulla situazione è stata data comunicazione ai rappresentanti istituzioni del Comune, all’Arpa, all’Asl e a chiedere l’intervento dell’alce nero di Castalia Ecolmar, in genere, utilizzato per queste necessità. Avvertite anche le forze dell’ordine, la Prefettura di Lecce, il dipartimento regionale della Protezione civile e le associazioni di volontariato. Tutti i mezzi disponibili si sono mossi per circoscrivere il danno, temendo che la macchia si potesse estendere ulteriormente come di fatto accaduto su tutto il litorale che da Serra Alimini porta a Sant’Andrea. Scongiurato l’interessamento anche di Torre Dell’Orso e San Foca.
Probabile che il catrame sia il residuo del passaggio nella mattinata di una petroliera, ma non è l’unica ipotesi e, per quanto la priorità sia la risoluzione dell’emergenza ambientale, sono partiti i primi accertamenti sul caso (di cui è già stata resa partecipe la Procura della Repubblica di Lecce). Il comando ha, inoltre, ospitato sulla Cp 809 i tecnici dell’Arpa, che hanno prelevato a bordo e verificato dei campioni a mare per i doverosi controlli.
Anche i militari dei dipendenti uffici di San Foca e San Cataldo hanno partecipato al monitoraggio costiero fino al tramonto, spostandosi sino a Torre dell’Orso, dove non è stato riscontrato alcun grumo presente sulla spiaggia.
Nella mattinata di domani si attende grande dispiegamento di forze sulla spiaggia. Il comandante dell’Ufficio circondariale marittimo, Francesco Amato, è fermamente convinto che bisogna agire subito, prima che le condizioni del mare peggiorino, con una rimozione del materiale sia a terra che a mare.
Per questo ha già disposto il rientro in zona delle operazioni della Cp 809, alle prime luci dell'alba, e dell'unità antinquinamento “Alce Nero”, e coinvolto non solo le istituzioni, ma tutte le associazioni di volontariato/protezione civile locali, sperando in una risposta unitaria dell'intera comunità residente. Anche un aereo della Guardia Costiera, con apparecchiature di telerilevamento specializzate, è stato appena destinato al monitoraggio dell'area, per poter quantificare meglio l'entità del fenomeno in atto.