Chili di droga nascosti tra la legna, 19enne torna in libertà
Finito nei guai lo scorso dicembre, in mattinata il giovane di Botrugno ha ottenuto la revoca dei domiciliari ai quali era sottoposto. Sia lui che il presunto complice hanno chiesto di patteggiare
BOTRUGNO - E’ tornato in libertà Simone Fedele, il 19enne di Botrugno arrestato lo scorso dicembre per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, dopo la perquisizione svolta dai carabinieri in una casa nel centro storico botrugnese, durante la quale furono rinvenuti, nella cantina al piano interrato, nascosti tra la legna, 2 chili 456 grammi di “erba” e 1,2 chili di hashish suddivisi in involucri e confezioni. Addosso al giovane, invece, i militari trovarono un altro involucro con 55 grammi e circa tre dosi di marijuana, e 4,12 grammi circa di hashish.
L’istanza di revoca dei domiciliari, ai quali il 19enne era ancora sottoposto, dopo aver trascorso inizialmente tre giorni in carcere, è stata accolta questa mattina dal giudice Marcello Rizzo, su sollecitazione dell’avvocata Veronica Merico.
Dopo il suo arresto, durante l’interrogatorio, Fedele si avvalse della facoltà di non rispondere ma rilasciò dichiarazioni spontanee per attribuirsi l'intera responsabilità nella vicenda, scagionando così l’amico e compaesano Antonio Maggio, di 24 anni, proprietario dell’abitazione in cui era stata occultata la droga.
Quest’ultimo, nel confronto col gip Sergio Tosi, assistito dall’avvocato Mauro De Giorgi, spiegò che di sua proprietà fosse solo la marijuana (dal peso complessivo di 69 grammi) nel barattolo riposto in una cassapanca, destinata al consumo personale, e di essere all'oscuro della presenza di altro stupefacente nell’immobile. Sempre secondo la sua versione, avrebbe consegnato la sera prima all’amico le chiavi di casa per consentirgli di portarvi una ragazza.
Al vaglio del giudice Rizzo, c’è la richiesta di patteggiamento, col beneficio della pena sospesa, avanzata tra entrambi gli imputati, subito dopo aver ricevuto il decreto di giudizio immediato.