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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Gallipoli

Choc nel cimitero: fiamme all'ufficio e scritte contro il custode

Gesti mirati, in cui viene indicato in modo infamante come autore di furti. Ma su di lui mai un sospetto o una denuncia. Più probabile che dietro via siano rancori verso il malcapitato. Indaga la polizia

GALLIPOLI – Davvero una brutta sorpresa, quella che ha atteso Pietro Ungherese, custode del cimitero di Gallipoli, all’apertura odierna. Proprio in questi giorni particolari, dedicati al culto dei congiunti estinti, ha dovuto fare i conti con la brutalità di ignoti che, presumibilmente nel corso della nottata, sono entrati all’interno del camposanto, provocando una serie di atti vandalici tutti con un unico obiettivo: ferire la sua dignità.

Non solo, infatti, s’è trovato davanti ai postumi di un incendio, evidentemente doloso, che ha danneggiato il suo ufficio, posto nel gabbiotto che si trova all’esterno della struttura, salendo la scala monumentale, sulla destra, ma anche e soprattutto ad almeno una decina di scritte con bombolette spray. Queste sono state composte sulle pareti interne e lungo alcuni vialetti, dai contenuti decisamente infamanti.

Nelle scritte, che nel frattempo sono state cancellate con l’invio sul posto di operai, il custode, infatti, è stato indicato come “ladro”, ovvero autore di furti nelle cappelle. E’ stato lo stesso Pietro Ungherese a chiamare la polizia. Sul posto si sono diretti gli agenti di polizia del commissariato diretto dal vicequestore aggiunto Marta De Bellis, sia con una volante, sia con la scientifica per i rilievi, prima che si ripristinasse lo stato dei luoghi.

Fin troppo chiara la scelta di entrare nel cimitero, che a Gallipoli si raggiunge percorrendo via Francesco Zacà, in questi giorni, visto l’afflusso maggiore. Chi ha agito, sperava che più occhi possibili si posassero sulla vittima, innescando il dubbio che possa realmente essere responsabile di qualche malefatta.

Eppure ai danni dell’uomo, totalmente incensurato, non è mai stata presentata alcuna denuncia. Nessuno ha mai coltivato l’ombra di un sospetto. In città non si è mai vociferato che potesse avere a che fare con quei vandalismi e quei furtarelli che, inevitabilmente, non avvengono solo a Gallipoli, ma in tutti i cimiteri del mondo. Insomma, un vero e proprio fulmine a ciel sereno, quello che ha colpito il malcapitato custode.

Una delle ipotesi per spiegare un gesto così eclatante, è che possano esservi ragioni di tipo personale, qualche ruggine, o magari invidie suscitate per il fatto che l’operaio, da sempre nella pianta organica del Comune, abbia da circa un quinquennio l’assegnazione fissa di un posto da custode che, in passato, veniva concesso secondo una logica di rotazione. Potrebbe essere, in fin dei conti, un posto ambito per chi non ha occupazione. 

Gli investigatori della polizia, intanto, stanno cercando di ricostruire i fatti anche dal punto di vista cronologico. Il custode, ieri sera, ha chiuso i battenti alle 20,30. Da notare che tombe e cappelle non sono state minimamente sfiorate dalle mani degli intrusi. Chi ha agito, ha sfruttato viali e muri come lavagne, guardandosi bene dal colpire anche qualche lapide.

Purtroppo non ci sono telecamere e questo non agevola di certo il lavoro della polizia. La sensazione è che i malintenzionati siano entrati dalla parte posteriore, che volge sua via Mazzini.  Sul posto ha svolto un sopralluogo anche il vicesindaco, Cosimo Alemanno, che ha la delega ai Servizi cimiteriali. 

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