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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Nuovo concorso per la scuola? Cgil risponde: “No, grazie, siamo già tanti”

La segreteria leccese aderisce alla manifestazione nazionale con un sit- in presso la prefettura. "Non siamo contro il metodo, ma è necessario prima svuotare le graduatorie in cui ci sono professionisti intrappolati da decenni"

 

LECCE - Il concorso bandito dal governo per l’accesso alla scuola pubblica, per il sindacato Flc Cgil è, senza mezzi termini, “uno spreco di soldi dei cittadini, concepito per puri scopi pre-elettorali”. La posizione unitaria del sindacato ha raccolto l’adesione dei lavoratori precari della conoscenza, docenti, personale Ata che hanno manifestato contro “il concorso beffa” in tutte le principali piazze d’Italia e, a Lecce, davanti alla sede della prefettura.
 
Oggi si celebra, al contrario, il “giorno del merito” per ricordare al governo tutte le competenze “sprecate” che migliaia di aspiranti docenti di ruolo hanno maturato nel corso degli anni, concorso dopo concorso, senza mai riuscire a stabilizzare la propria professione all’interno di tutti i plessi scolastici: dagli istituti elementari fino all’università. “Non si contano più i laureati, abilitati con le scuole Siss, quelli che hanno vinto persino tre concorsi ma fanno la fame perché costretti a cambiare cattedra ogni anno, scalando le graduatorie senza ottenere nulla”, denuncia la segretaria provinciale Ivana Aramini. Il caso più eclatante, divenuto un record nazionale, è rappresentato proprio da due docenti salentini divenuti di ruolo a 65 anni suonati. Ad un passo dalla pensione e a coronamento di un’ infinita attesa da precari.
 
Il concorso in questione, i cui dettagli non saranno chiariti fino a lunedì, sarebbe quindi la mazzata finale per quanti sono intrappolati da decenni nel limbo della scuola pubblica. Come nel gioco dell’oca, quando si parla d’istruzione, ad ogni cambio di guardia nell’esecutivo, “si ritorna indietro”. La denuncia del sindacato non riguarda il merito del concorso, “che rimane il principale strumento di accesso democratico nella pubblica amministrazione”, quando le modalità e la tempistica di attuazione.
 
Considerato l’esercito di aspiranti al ruolo, pluri abilitati eppure parcheggiati da qualche parte, “era più urgente svuotare le graduatorie esistenti per dare ossigeno alle scuole, carenti nell’organico e sofferenti a causa della mancata continuità didattica”, sottolinea Ivana. Il continuo ricambio di insegnanti, si concretizza in un “danno per gli alunni” che perdono i loro punti di riferimento all’interno della scuola. 
 
Concorso si, quindi, ma in un secondo momento. Anzi, secondo il sindacato, sarà persino necessario tornare a bandire i concorsi ogni due anni – come si faceva prima – considerato che l’ultimo è fermo dal 1999. Ma soprattutto, “è arrivato il momento di chiarire definitivamente qual è la prospettiva del governo sull’istruzione, vittima di gravissimi tagli che mirano a tagliare le gambe al sistema pubblico”. Da un lato, infatti, si procede con l’introduzione di un nuovo sistema abilitante a pagamento, ovvero i Tfa, tirocini formativi attivi appena banditi, dall’altro si “sprecano un milione di euro di soldi pubblici per cambiare, di nuovo, le regole del gioco”, aggiunge la collega Patrizia Colella. Invece di acquistare cacciabombardieri F-35, puntualizza Cgil, è ora di trovare un’alternativa alla crisi investendo quei fondi nell’istruzione, nella formazione e nella ricerca: “Non servono altri concorsi, vogliamo una scuola nuova ed all’altezza della cultura italiana”.
 
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