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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Surbo

Coca nascosta in un contenitore di crocchette per cani: 37enne condannato a sei anni

Emesso il verdetto nei riguardi di Alessandro Ruggio, di Surbo, nel processo discusso col rito abbreviato. “Inchiodato” dai telefonini, dai domiciliari finì in carcere

SURBO - La droga, cinquantatre grammi di cocaina, era stata nascosta in un contenitore metallico di crocchette per cani, ma questo non ingannò il “fiuto” degli investigatori e per lui scattò l’arresto. Finito ai domiciliari il 15 gennaio scorso, Alessandro Ruggio, 37enne di Surbo, avrebbe continuato a spacciare in casa, così i carabinieri della stazione locale lo accompagnarono nel carcere di “Borgo San Nicola”, dove è tuttora recluso. Adesso per lui, è arrivata la condanna ed è di sei anni di reclusione.

E’ questa la pena che gli è stata inflitta ieri dal giudice per l’udienza preliminare (gup) Marcello Rizzo nel processo discusso col rito abbreviato che gli ha consentito di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.

Al termine della perquisizione, oltre alla sostanza stupefacente (dalla quale si sarebbero potute ricavare duecentodieci dosi) distribuita in cinque involucri custoditi in un recipiente metallico di alimenti per cani nascosto in un mobile della cucina, furono sequestrati anche due bilancini di precisione, materiale ritenuto utile al confezionamento delle dosi, e un cellulare.

Fu proprio attraverso l’analisi del materiale estrapolato dal dispositivo elettronico che furono accertate numerose cessioni di sostanza stupefacente. Ma non finisce qui. I militari durante un successivo controllo trovarono in casa dell’uomo altri due telefonini che, esaminati, avrebbero, confermato il prosieguo dell’attività illecita, tant’è che lo stesso gup Rizzo dispose per l’aggravamento della misura cautelare per detenzione ai fini di spaccio.

Nel processo discusso ieri, la pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Simona Rizzo, aveva chiesto per il 37enne quattro anni di reclusione.

Non appena il giudice finirà di mettere nero su bianco le motivazioni della sentenza, l’imputato potrà valutare, attraverso l’avvocato difensore Francesco Fasano, il ricorso il appello.

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