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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Copertino

Col "valzer" dei Durc stracciavano la concorrenza: sette indagati

La finanza ha messo a nudo un illecito sistema aziendale d'indebitamento contributivo che consentiva ad un imprenditore copertinese, che si avvaleva di prestanome, di aprire e chiudere ditte, reimpiegando gli stessi lavoratori

 

 

COPERTINO - Un milione, 503mila 822 euro e 20 centesimi: è il danno erariale, segnalato alla Procura generale della Corte dei conti, dai finanzieri di Tricase, che emerge da un collaudato sistema di evasione contributiva ed assistenziale e per cui sono state denunciate alla Procura della repubblica di Lecce ben sette persone, tra cui un consulente del lavoro. Il dominus, un imprenditore di Copertino, con interessi anche nella zona di Presicce, che, secondo i militari delle “fiamme gialle”, riusciva ad ottenere appalti e subappalti nel mondo dell’edilizia, in maniera a dir poco vantaggiosa, concorrendo in modo sleale, grazie ad un meccanismo imperniato sulla chiusura e la ricostituzione di aziende, intestate di volta in volta ad alcuni prestanome, che potevano essere familiari o conoscenti di fiducia.   

L’inchiesta della tenenza di Tricase, comandata dal tenente Massimo Graziano, è partita dal basso Salento, per risalire alla fonte, cioè fino a Copertino mettendo a nudo un illecito sistema aziendale d’indebitamento contributivo. Ossia, l’imprenditore sarebbe stato in grado di omettere il versamento della contribuzione obbligatoria, cioè la quota a carico dell’impresa datrice di lavoro, e la quota trattenuta in busta paga a carico dei dipendenti.

Questi ultimi, quasi sempre le stesse persone, facevano una sorta di valzer, venendo assunti in diversi periodi di tempo da varie imprese, intestate a fiduciari dell’imprenditore, se non proprio a suoi parenti.   

Ma dove s’insediava il meccanismo? La finanza ha scoperto che ogni impresa, una volta indebitata al massimo con l’Inps, non avendo più i requisiti per restare sul mercato del lavoro edile, per il quale si richiede il Durc (il documento unico di regolarità contributiva), veniva chiusa; al suo posto, nel sorgeva una nuova,  non indebitata, in grado di richiedere all’Inps il rilascio dei Durc.

Ma c’è di più. Nel corso delle verifiche, è emerso che una delle imprese oggetto d’indagine deteneva due Durc materialmente ed ideologicamente falsi per i quali sono tutt’ora in corso indagini mirate ad accertarne l’utilizzo. Dunque, l’indagine è ancora in corso e potrebbero emergere nei prossimi mesi nuovi dettagli.

Certo è che, con questo meccanismo perverso, le imprese coinvolte (sei in tutto) riuscivano ad aggiudicarsi appalti, diretti e indiretti, grazie alla sopportazione di costi, derivanti da oneri da lavoro dipendente del personale, notevolmente inferiori ai concorrenti. In tutto ciò, vi sarebbe stato anche il supporto di un consulente del lavoro, anch’egli della zona di Copertino, a sua volta denunciato.

Le ipotesi di reato: omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, appropriazione indebita e falsità materiale commessa da privato in certificati o autorizzazioni amministrative. 

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