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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

I colleghi raccolgono i fondi per "La Cambusa": nel lido danni per oltre 20mila euro

Federbalneari Salento ha promosso una mobilitazione per sostenere l'imprenditore balneare il cui stabilimento è stato colpito da un'esplosione nella notte tra domenica e lunedì. Nel pomeriggio precedente, poco distante, l'aggressione al giovane venditore ambulante e l'intervento della polizia

TORRE CHIANCA (Lecce) – E’ più determinato di prima a proseguire con la sua attività di imprenditore balneare Antonio Pareo, il titolare dello stabilimento “La Cambusa” di Torre Chianca, nei pressi del quale un 17enne africano, venditore ambulante, è stato aggredito da due leccesi, finiti poi in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

“Il nostro lido è sempre stato tra i più frequentati – ha dichiarato Pareo - e non ci sono mai stati episodi così gravi. Io purtroppo mi trovavo nella zona parcheggio e non ho avuto modo di rendermi conto subito di quello che stava accadendo. Quando il ragazzo è venuto da noi, dolorante e impaurito, ho cercato di fare il possibile”. Pare infatti che le violenze si siano consumate sulla spiaggia libera adiacente allo stabilimento, ma verso il lato del bacino dell’Idume.

L’aggressione è stata poi seguita dall’accerchiamento delle volanti di polizia da parte di molti dei presenti, questa sì avvenuta all’ingresso della Cambusa, a difesa degli aggressori: un contesto quasi surreale, che ha fatto il paio con l’indifferenza dimostrata poco prima da decine di persone nei confronti del 17enne che chiedeva un telefonino, essendo il suo rimasto danneggiato, per allertare la polizia.

Come se non bastasse, al pomeriggio di follia ha fatto poi seguito un episodio altrettanto inquietante: l’esplosione, nel corso della notte, che ha causato danni per oltre 20mila euro ad una parte dello stesso lido. Un gesto probabilmente collegato a quanto accaduto nel pomeriggio precedente.

In attesa che le indagini facciano il loro corso si mobilita Federbalneari Salento che ha promosso una raccolta di denaro tra i propri associati per andare in soccorso del collega. Pareo, da parte sua, ha voluto ringraziare le forze dell’ordine e i rappresentati istituzionali: i primi per il lavoro che stanno svolgendo, i secondi per la solidarietà dimostrata fattivamente. Tra coloro che si sono recati presso lo stabilimento, il sindaco di Surbo, Fabio Vincenti e gli assessori del Comune di Lecce, Andrea Guido e Gaetano Messuti.

Una delegazione di Arci è andata invece a trovare il ragazzo, titolare di regolare permesso di soggiorno, che vive insieme alla famiglia. Un aiuto concreto per la vittima dell’aggressione è l’obiettivo dell’associazione Salvatore Calabrese di Campi Salentina che si è ripromessa di pagare al ragazzo l’equivalente della mercanzia, 15 paia d’occhiali danneggiati e altri 5 rubati: “Sono tre anni che cerchiamo di diffondere, con i nostri eventi e con la nostra filosofia,  la cultura della solidarietà e dell’integrazione culturale, cercando di colmare il deficit  conoscitivo che abbiamo nei confronti dell’immigrato e l’episodio di Torre Chianca ci spinge sempre più a lavorare per colmare questo vuoto. Non possono ‘pochi ignoranti’ deturpare l’immagine che sin qui il popolo salentino si è costruito con l’accoglienza e la solidarietà”.

Il movimento L’Altra Puglia invita a riflettere sull’abbandono delle periferie, lasciate in balia di un degrado che non è solo strutturale o estetico, ma sempre più spesso anche morale. Tuttavia, spiega una nota, “il momento in cui si travalica la sfera dell’umanità, per abbandonarsi ad azioni miserabili come quelle di Torre Chianca, è esclusivamente frutto di una scelta individuale. Ognuno di noi può scegliere se lasciarsi cullare da quello scenario preconfezionato di annullamento della civiltà o provare, ognuno nel suo piccolo, a demolirlo. Quei miserabili di Torre Chianca, aggressori e bagnanti complici, hanno scelto di abbandonarvisi totalmente. Mani, piedi e simulacro di testa”.

“A restituirci speranza - prosegue la presa di posizione - sono altre scelte individuali, operate da chi invece preferisce stracciare quel copione imposto. Piccoli gesti, come quello di inviarmi questa e altre foto per denunciare lo stato di abbandono della marina leccese, o grandi gesti, come quello di chi ha scelto di dissociarsi dal resto della folla e allertare le forze dell’ordine di fronte alla miserabile aggressione in atto sulla spiaggia di Torre Chianca. Sacche di resistenza umana e civile”.

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