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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Galatina

Colpo di scena: un imputato collabora e racconta i segreti del clan Coluccia

Gerardo Dino Coluccia, 49enne di Noha, ha vuotato il sacco davanti ai magistrati. La pm ha depositato in aula il verbale del lungo interrogatorio che si è tenuto due giorni fa e in cui si racconta la storia del sodalizio

GALATINA - Si è aperta con un colpo di scena l’udienza preliminare sul clan Coluccia, smantellato lo scorso febbraio con l’operazione dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Lecce denominata “Insidia”. Uno dei principali imputati, Gerardo Dino Coluccia, 49enne di Noha, è diventato collaboratore di giustizia e a renderlo noto oggi in aula è stata la pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Carmen Ruggiero, il magistrato titolare delle indagini, depositando i verbali di due interrogatori, l'ultimo dei quali risale a due giorni fa.

Alla presenza dell’avvocato Giancarlo Raco, Coluccia ha ammesso di fare parte del sodalizio - come aveva già fatto, lo scorso 22 luglio, nel primo confronto con gli inquirenti - dal 1995, occupandosi della latitanza di Antonio e riportando le sue direttive  agli altri componenti del gruppo, sia in ordine agli attentati che riguardo la gestione del traffico di droga, in particolare di cocaina. Stando alla sua ricostruzione, dopo l’arresto del presunto boss, si sarebbe occupato delle attività di spaccio nelle “piazze” di Cutrofiano, Galatina, Aradeo, Seclì e Collemeto.

Il 49enne ha ricostruito passo per passo la storia di un’associazione mafiosa a base familiare, indicando ruoli e mansioni di ciascun esponente, e per conto della quale avrebbe custodito somme fino a 100mila euro che poi avrebbe consegnato periodicamente per il mantenimento delle famiglie dei cugini del padre, Antonio e Michele, che considerava “zii”, all’epoca detenuti.

Stando alle sue dichiarazioni, ad occupare la carica più elevata, ricevuta direttamente dal boss Mario Tornese, sarebbe quest’ultimo, e avrebbe continuato a ricoprirla anche una volta tornato in libertà, utilizzando tutte le precauzioni possibili, nel timore di essere intercettato, quando si parlava di questioni illecite in casa: parlare a voce molto bassa, aprire il rubinetto dell’acqua, impartire ordini per iscritto su un block notes. I rapporti tra lui e gli “zii” si sarebbero poi incrinati, perché Michele non avrebbe accettato la sua collaborazione con un gruppo “rivale”, al punto che temendo per la sua incolumità, decise di trasferirsi a Cutrofiano. In seguito, sarebbe stato aggredito da due collaboratori di Michele che pretendeva il “punto” sulla vendita della cocaina e alla fine, si sarebbe rifornito direttamente da quest’ultimo.

Dal 2018 fino al momento dell’operazione Insidia, si sarebbero tenuti una volta alla settimana incontri tra i fratelli in casa di Antonio, perché Michele aveva intenzione di riunificare la famiglia, quindi riorganizzare il clan assumendo però sempre una posizione verticistica.

Insomma, il collaboratore è stato un fiume in piena davanti al magistrato. Nelle nove pagine del verbale sono contenuti anche passaggi salienti legati alle attività, non solo di spaccio, ma di estorsione, usura, attentati, e gli interessi nel settore della fornitura di energia elettrica e del gas, dei videopoker, delle aste giudiziarie, dei parcheggi abusivi, con nomi e cognomi dei responsabili, alcuni dei quali odierni imputati.

Queste dichiarazioni ora sono sulla scrivania del giudice Marcello Rizzo che ha aggiornato l’udienza al prossimo 28 ottobre.

Sott’accusa, oltre Gerardo Coluccia, ci sono: l’avvocato Antonio Megha, 61 anni, già sindaco del Comune di Neviano, accusato di scambio elettorale politico-mafioso, perché avrebbe acquistato una cinquantina di voti dal sodalizio; Michele Coluccia, 63enne di Noha e Antonio Coluccia, 65enne di Noha; Pasquale Anthoni Coluccia, 50enne di Noha; Antonio Bianco detto “Stella” o “Biondo”, 49enne di Aradeo ma domiciliato a Neviano; Marco Calò, detto “Uzzaru”, 47enne di Aradeo; Vitangelo Campeggio conosciuto come “Diego”, 49enne residente a Lecce; Silvio Coluccia, 51enne di Aradeo; Luigi Di Gesù, detto “Pica”, 51enne di Cutrofiano; Ali Farhangi, 60enne di origini iraniane e residente a Giorgilorio di Surbo; Nicola Giangreco, 53enne di Aradeo; Renato Puce, 44enne di Corigliano d’Otranto; Cosimo Tarantini, 55enne di Neviano; Sergio Taurino, 56enne di Lecce; Emanuele Apollonio, 25 anni, di Aradeo; Stefano Marra, 28, di Aradeo; Gabriele Serra, 25, di Aradeo.

Fanno parte del pool dei difensori, gli avvocati: Rita Ciccarese; Raffaele Benfatto; Francesco Vergine; Luigi Greco; Ladislao Massari; Fabio Mariano; Pantaleo Cannoletta; Giovanni Apollonio; Angelo Vetrugno; Andrea Starace; Selene Mariano; Giuseppe Corleto; Michelangelo Gorgoni; Giancarlo Dei Lazzaretti; Alexia Pinto; Luigi Piccinni; Luigi Greco; Antonio Savoia; Gabriele Valentini.

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