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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Via Lupiae

Comando carabinieri, il colonnello Ferla lascia il posto al collega Nicodemo Macrì

Dopo quattro anni di attività, dalla provincia di Lecce si trasferisce nel Lazio, dove comanderà il primo reggimento della "Scuola marescialli e brigadieri dei carabinieri" a Velletri. Macrì invece giunge nel Salento dal comando provinciale di Ragusa

LECCE – Ci sono uomini capaci di cambiare la storia e l’aspetto sociale e culturale di una regione. Uomini che, al servizio delle istituzioni e della cittadinanza, sono capaci di trasmettere in un territorio tanto vasto quanto complesso e pieno di problematiche, i valori della legalità, dell’ordine e la sicurezza pubblica. E’ il caso del comandante provinciale dei carabinieri di Lecce, colonnello Maurizio Ferla, in grado di trasformare (al comando di un piccolo esercito di oltre mille uomini), in quattro anni di attività, quella salentina in una delle province più sicure e tranquille d’Italia, seppur a dispetto di criticità e problematiche di un territorio ad alto tasso criminale. Una tesi dai dati raccolti nell’immaginario consuntivo di un quadriennio. Dati che dimostrano in maniera evidente la presenza capillare sul territorio dei carabinieri, con percentuali che raccontano di un’attività preventiva in aumento e servizi di contrasto efficienti.

Oggi, a distanza di quasi quattro anni (era il 19 settembre del 2009), il colonnello Ferla lascia la provincia di Lecce per traferirsi nel Lazio, dove comanderà il primo reggimento della “Scuola marescialli e brigadieri dei carabinieri” a Velletri. L’ufficiale di origini siciliane lascia dunque la “prima linea”, con la certezza di avere però raccolto una lunga serie di successi e di risultati nella lotta alla piccola e grande criminalità, oltre che nel controllo del territorio e della legalità. In questi anni, ad esempio, sono aumentati vertiginosamente anche le catture e le denunce per usura (rispettivamente più 200 per cento e più 150 per cento). Risultati di tutto rispetto nonostante si tratti di reati endemici al territorio e spesso sommersi, le cui vittime non sono solo imprenditori ma anche famiglie che s’indebitano per piccole spese spesso superflue. Vi è stato poi un incremento notevole delle misure di prevenzione patrimoniale. Tra le operazioni più importanti svolte: “Shylock”, che ha sgominato un'organizzazione dedita all'usura; Mercante in fiera; Hot list; Little devil; Valle della cupa; Animal House; Bamba e Augusta. Operazioni che hanno inflitto un duro colpo alle organizzazioni criminali, impegnate in traffici illeciti come il traffico di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione ed estorsione. Un’azione condotta con la pefetta sinergia con la Procura della Repubblica di Lecce e la prefettura.

Quello delle indagini e dei controlli sui tentativi di infiltrazione mafiose negli appalti pubblici è stato uno dei settori che vedono maggiormente impegnati i carabinieri del comando provinciale di Lecce. Dai risultati raccolti dall’1 giugno 2011 al 4 giugno 2012 emerge, infatti, come siano state ben undici le interdittive antimafia emesse dalla prefettura del capoluogo salentino sulla base degli accertamenti eseguiti dai militari dell’Arma. “Bisogna prestare massima attenzione – ha commentato il colonnello Ferla – non solo sui grandi appalti ma anche sulle commesse minori, per cui molte volte non è richiesto, o è opzionale, il cosiddetto certificato antimafia. Opere comunque da diverse decine di migliaia di euro, che fanno gola alla criminalità”. Il sistema degli appalti, insomma, resta il comparto più permeabile dalla criminalità.
A raccogliere la pesante eredità del colonnello Maurizio Ferla, il collega Nicodemo Macrì, già comandante provinciale a Ragusa.

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