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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sparatoria in ospedale, sindacati e politica contro il “turismo carcerario”

Il trasferimento dei detenuti dal carcere nelle strutture sanitarie è l’aspetto da risolvere al più presto. Sono tutti concordi gli esponenti politici locali, e i portavoce dei sindacati della polizia penitenziaria. Si punta il dito contro i tagli alla sicurezza e anche contro quelle patologie lievi che potrebbero essere curate negli istituti di pena

LECCE – Su quanto accaduto tra i corridoi del “Vito Fazzi” di Lecce, la solidarietà dalla politica è bipartisan. E fioccano messaggi di incoraggiamento nei confronti dei feriti e delle forze dell’ordine- in queste ore impegnati in una serrata caccia a Fabio Antonio Perrone – anche dal Sappe, il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria.  “Quel che è accaduto oggi nell’Ospedale "Vito Fazzi" di Lecce ha dell’incredibile”.

Donato Capece, il segretario generale dell’organizzazione ha fatto presente l’emergenza, considerato l’alto tasso di patologie fra i detenuti. Dal punto di vista sanitario la situazione delle carceri è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80 per cento dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati”. La denuncia del referente del Sappe si concentra soprattutto sui tagli alla sicurezza. “Con sei miliardi di tagli che i vari Governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno operato dal 2008 a oggi, i cittadini sono meno sicuri perché ci sono meno poliziotti a controllare le loro case e i quartieri, meno poliziotti penitenziari nelle carceri a fronte di un numero di detenuti che sta tornado ad aumentare”.

Una nota è stata inviata anche da Federico Pilagatti, segretario nazionale del sindacato, il quale si è scagliato contro il “turismo carcerario”. “Lo abbiamo denunciato in tutti i modi possibili, abbiamo avuto incontri con autorità politiche ed istituzionali a partire dai presidenti della Regione, agli assessori alla sanità per rappresentare la gravità della situazione legata all’accompagnamento di detenuti pericolosi fuori dal carcere per effettuare visite specialistiche.
 Infatti il Sappe, a seguito del passaggio della sanità penitenziaria a quella pubblica, ha continuato a denunciare l’aumento impressionante delle uscite dal carcere di pericolosi detenuti per essere accompagnati nelle strutture pubbliche, anche per patologie che potevano essere curate in carcere. 
Ci è stato riferito dai poliziotti penitenziari in servizio al nucleo traduzioni di Lecce che da tempo, era in piedi una polemica con i sanitari dell’istituto penitenziario poiché sempre più spesso venivano inviati presso i presidi sanitari del distretto, detenuti pericolosissimi, sotto scorta, per togliere i punti, oppure un semplice catetere, o peggio ancora per una semplice storta al piede, con questi ultimi che poi al pronto soccorso camminavano benissimo”.

“Ultimo in ordine di tempo è stato, nelle scorse settimane, un accorato appello al prefetto di Lecce per segnalare la situazione e per denunciare il fatto che circa 500mila euro di fondi europei stanziati dalla Regione per ammodernare le apparecchiature sanitarie nel carcere di Lecce e curare i detenuti all’interno del penitenziario, per colpa di inadempienze dell’Asl di Lecce stavano per essere persi”, ha dichiarato amareggiato Pilagatti.

Le riflessioni su quanto accaduto sono giunte anche dal deputato democratico Federico Massa, il quale ha definito di una “gravità senza precedenti” il ferimento degli agenti e la fuga del detenuto ricercato in queste ore. “Fatti come questo allarmano e preoccupano, anche perché avvenuti in un luogo adibito alla cura della persona e del malato”. Alla vicinanza espressa a tutti i malcapitati coinvolti, ha anche fatto eco Antonio Gabellone, il presidente della Provincia di Lecce.

E' il momento di stringersi accanto a questo servitore dello Stato che ora lotta tra la vita e la morte dopo un brutale e efferato episodio di violenza davanti al quale non può restare inerme l'opinione pubblica, le istituzioni e il Salento degli onesti e delle persone che vivono rispettando il prossimo. Sono accanto alle forze dell'ordine che in queste ore frenetiche stanno lavorando a pieno organico per assicurare alla giustizia il fuggitivo, sperando che non possa nuocere ulteriormente in questa folle fuga su altri inermi cittadini del Salento”.

Anche Antonio Rotundo, consigliere di minoranza a Palazzo Carafa, ha definito “emergenza” la situazione generale in cui versa la struttura sanitaria del capoluogo salentino. “ A causa del carico massiccio e crescente di utenza di un bacino territoriale molto esteso che si riversa sulla struttura leccese, si registrano lunghe attese di pazienti  che producono forti tensioni e disagi, ma anche rischi medico legali per gli stessi operatori sanitari, che  spesso determinano l’intervento di polizia e carabinieri. Occorre  l’apertura di un secondo pronto soccorso, nella Cittadella della salute presso il vecchio Fazzi, dedicato ai  codici verdi e bianchi”, ha fatto sapere tramite una nota, impegnandosi a sollecitare la Asl leccese.

Il “numero di agenti assolutamente insufficienti in Puglia”, è il tema contro il quale ha puntato il dito Andrea Caroppo,  presidente regionale del gruppo di Forza Italia.  “Se da un lato –aggiunge- sono necessarie più risorse per aumentare le unità in organico, dall’altro urge dotare le case circondariali di strumenti e apparecchiature in grado di ridurre drasticamente il numero di detenuti tradotti negli ospedali pubblici per prestazioni sanitarie”.

Per Vito Luigi Poleti, segretario provinciale aggiunto dell’Usp, l’altro sindacato della penitenziaria, è da ricercare nell’età dei poliziotti.  “Un altro dato dovrebbe farci riflettere: l’insufficienza del “turn over” . oltre che sulla carenza del personale, incide anche pesantemente sull’età dei poliziotti  operanti. A Lecce, come in altre realtà, buona parte del personale appartiene alla  categoria degli over 50. Non ci sono giovani. Eppure in “guerra” hanno sempre mandato i giovani. Ci  sarà un motivo? I riflessi, a 50 anni, non sono più quelli di una volta. E invece, decreto su decreto, i nostri politici continuano ad “alzare” l’età pensionabile; come se un poliziotto avesse le stesse incombenze di un impiegato”.

“L’esercizio del diritto alla salute va esercitato all’interno della casa circondariale. Non si può mettere a repentaglio l’incolumità di persone come accaduto oggi a Lecce.” Ad affermarlo è Adriana Poli Bortone, che aggiunge” tra l’altro proprio una legge prevedeva l’esercizio di questo diritto nelle stesse carceri, ma i mancati ammodernamenti degli ambulatori medici attrezzati negli istituti di detenzione, portano a questo enorme dispendio di personale e di spese”, conclude.

Una serie di abitudini “pericolose” che ha sottolineato anche il democratico Ernesto Abaterusso, chiedendo che i ora i sindacati vengano  ascoltati. “Da tempo, infatti, i sindacati della polizia penitenziaria sollevano il problema del pericolo di fuga dei detenuti dalle strutture sanitarie e denunciano le difficoltà nelle quali sono costretti a lavorare ogni giorno. Ed ecco che oggi, a conferma di tutto ciò, arriva questa triste notizia. Mi auguro che le forze dell'ordine riescano quanto prima ad assicurare alla giustizia Fabio Perrone”.

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