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Cronaca

Commenti discordanti dopo il parere negativo della Regione Puglia sul gasdotto

Il diniego sulla valutazione d'impatto ambientale su Tap scatena varie reazioni. Poli Bortone: "Decisione tardiva e mistificatoria". Russo: "Metodo da usare per altre questioni". Pagliaro: "No alla devastazione del territorio"

LECCE - Il diniego della Regione Puglia a Tap, attraverso il parere dei tecnici del comitato di valutazione impatto ambientale resta al centro del dibattito politico. In queste ore, infatti, continuano a susseguirsi i pareri discordanti in merito alla scelta, seppur non vincolante, dell’ente, che ha giudicato irricevibile il gasdotto per ragioni di ordine ambientale e di sicurezza. Tra le voci critiche l’ex sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, che parla di un no “tardivo” e “mistificatorio” perché di fatto Viale Capruzzi “non ha mai inteso rendere partecipe delle scelte il territorio né in questo caso né in altri casi, tant’è che non ha mai dato vita al consiglio per le autonomie”.

“Una regione che voglia realmente interessarsi dello sviluppo del territorio – spiega la portavoce del movimento per Alleanza Nazionale - deve essere in grado di dare risposte precise, partecipate e condivise per tempo. Il rimbalzo delle competenze è un gioco ormai vecchio. Dica la regione se vuole o meno il gasdotto e sia in grado di fornire al consorzio ed al ministero eventuali siti  che non danneggino l’economia territoriale. Se non sa fare questo vada a casa perché tra inadempienze, incompetenze ed altro ha già procurato una serie di danni ai cittadini pugliesi”.

Luigi Russo, presidente dell'associazione Sos Costa Salento, condivide la scelta della regione, arrivata dopo “un periodo di lunghe riflessioni e confronti tra la Regione (l’assessore Minervini in particolare) e cittadini e sindaci”: “Per la prima volta, potremmo dire, le cose che riguardano la vita di tutti e/o la salvaguardia dei beni comuni – precisa -, non vengono decise e licenziate nello spazio ristretto di uno studio di un manager, o di un dirigente d’azienda, o di una commissione o camera politica, valutando solo i pro e i contro dal punto di vista economico, magari sotto la pressione delle lobby”.

Per Russo, hanno contato questa volta i punti di vista dei cittadini, sempre più informati ed esigenti: “Non sappiamo che cosa accadrà ora, se il governo nazionale che ha già firmato un accordo internazionale, rivedrà la sua posizione, troverà delle alternative, chiederà nuove garanzie, cercherà di produrre nuove rassicurazioni sul progetto Tap. Ma è certo che un nuovo processo politico si è inaugurato, e non si può tornare indietro; e non si tornerà indietro anche perché i cittadini non lo permetteranno”.

Per il responsabile di Sos Costa Salento, tuttavia, deriva un’altra riflessione: “Se questo metodo della consultazione trasparente lo spostassimo anche sulle decisioni che riguardano, nel Salento ma non solo, le cementificazioni (villaggi turistici nella zona di Nardò, Porto Cesareo, Castrignano del Capo, Corsano, ecc.), la costruzione di mega autostrade mangia soldi, suolo e vegetazione (Maglie-Otranto, Ss 275 Maglie-Leuca, Regionale 8 Lecce-San Foca, rondò monumentali, ecc.), che cosa accadrebbe? Sicuramente si attenuerebbe il potere delle lobby delle costruzioni, che praticano il cinismo del ricatto occupazionale, e si conserverebbe e salvaguarderebbe un po’ di più la specificità del territorio salentino, che è un bene prezioso non infinito”.

“Infine – conclude - un altro grande cantiere di idee, anche questo partecipato e trasparente, dovremmo metterlo in piedi sul tema dello sviluppo e del turismo, perché è ormai chiaro che non ci sarà futuro, per la nostra economia, per la nostra società, se non a partire da questo giacimento fondamentale che è il Salento nella sua essenza naturale-culturale”.

“Il comitato di Via della Puglia ha espresso parere negativo sulla Tap a San Foca. Un parere obbligatorio, ma non vincolante – afferma Paolo Pagliaro, presidente Mrs - Per questo, saremo in prima linea per far sentire la voce dei salentini che dicono no alla devastazione del territorio. C’è un’intera popolazione che grida il suo dissenso da troppo tempo: lo Stato non può sopprimerne la volontà e la Puglia deve sbattere i pugni contro il business scellerato e deve impugnare presso la Corte Costituzionale la ratifica del trattato internazionale tra Italia, Grecia e Albania. Movimento Regione Salento, presente”.

Pankiewicz: “Non dimentichiamo il gasdotto di Otranto”

Wojtek Pankiewicz, presidente di Valori e Rinnovamento, sottolinea la vittoria della sovranità popolare nella scelta della Regione Puglia. “È stato solo merito del Comitato No Tap – precisa -, di qualche associazione ambientalista e di qualche movimento come noi di “Valori e Rinnovamento”, se si è potuto organizzare una forte resistenza per bloccare l’attacco di questi nuovi barbari”.

“Ora – prosegue -, leggo con stupore sui giornali di oggi l’esultanza di uomini politici che in questi mesi di lotta contro la Tap non si sono mai visti né sentiti. Conserveremo i ritagli di giornale per vedere cosa essi faranno ora per far rimangiare allo sciagurato governo nazionale l’accordo Tap già sottoscritto e ratificato e cosa faranno per salvare Otranto da un altro gasdotto già demenzialmente approvato”.

Per Pankiewicz, infatti, è demenziale pensare di far approdare due gasdotti in un territorio a vocazione turistica ricchissimo di tesori di arte, storia, cultura e di straordinarie bellezze paesaggistiche: “Avanti allora con rinnovato vigore contro la Tap, ma non dimentichiamo il gasdotto a Otranto, già stoltamente approvato. Dobbiamo salvare, non solo San Foca, ma anche Otranto. Ricordino tutti che chi violenta Madre Terra è come se violentasse sua madre e pensare di far approdare in territori meravigliosi come San Foca e Otranto due gasdotti è, come disse sul lungomare di San Foca, il 15 luglio, lo scrittore Erri De Luca, è uno stupro”.

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