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Cronaca

Compravendita di voti, il sindaco di Scorrano: “Non è nel mio stile”

Ha negato fermamente le accuse di corruzione elettorale e falso il primo cittadino Mario Pendinelli. Lo stesso ha fatto dinanzi alla giudice anche quello di Otranto (sospeso) Pierpaolo Cariddi

LECCE - “Sono metodi che non mi sono mai appartenuti e che non mi appartengono. E lo posso dire con la tranquillità di chi ha avuto una lunga esperienza politica e ha avuto la possibilità di candidarsi tante volte. Tutti i cittadini lo sanno e questo mi basta per stare tranquillo”: è quanto ha dichiarato il neo eletto sindaco di Scorrano Mario Pendinelli, mentre lasciava il Palazzo di viale Michele De Pietro, a Lecce, dopo aver sostenuto un lungo interrogatorio di garanzia.

Accusato di corruzione elettorale e falsità ideologica nell’inchiesta denominata “Re Artù” con al centro l’ex senatore e assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri, questa mattina, il primo cittadino, per circa tre ore, ha risposto alle domande della gip Simona Panzera che nei suoi riguardi ha disposto l’obbligo di dimora.

Al fianco dell’avvocato Corrado Sammarruco, l’indagato ha negato con fermezza le accuse, cercando di chiarire il contenuto di quelle intercettazioni che, secondo l’interpretazione degli inquirenti, lo vedrebbero parte attiva (insieme all’ex senatore) nell’acquisto di voti, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Puglia ed elezione diretta del presidente, svolte il 20 e il 21 settembre del 2020, in cui era candidato nella lista “Popolari con Emiliano”, precisando anche la natura politica dei rapporti politici con Ruggeri, non essendo mai stato candidato nell’Udc.

Racconta l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Alessandro Prontera che sarebbe stato quantificato il prezzo di ogni singola preferenza: per esempio, su Aradeo, Ruggeri avrebbe dato ben seimila euro a due intermediari con la promessa di ottenere in cambio un totale di circa 120 preferenze per Pendinelli; su Gallipoli, invece, l’offerta sarebbe stata di 10mila euro per 75 voti.

A fare riferimento a questi importi è l’ex senatore in uno dei colloqui intercettati con lo stesso Pendinelli nel suo ufficio.

Il primo si lamentò dell’insoddisfacente numero di preferenze ottenute ad Aradeo e raccontò di aver “tirato le orecchie” ai due uomini con cui aveva siglato l’accordo e di aver detto loro: “… quanti voti ha preso Mario… 40? (bestemmia, ndr) vi dico una cosa… diciamo che a tutto oggi mi è costato 150 euro a voto… io ti ho dato 6mila euro… 6mila per portare Mario… tutto a posto. Tutto a posto, tutto a posto (bestemmia, ndr)”. E ancora: “Quando sulla base di questo tu gli dai 6mila euro… perlomeno…perlomeno eh… non dico 50 euro a voto… mi devi dare 120 voti”.

In un successivo scambio di battute, Ruggeri riferì che le cose erano andate diversamente nel gallipolino: “Non posso dire nulla di quel ragazzo di Gallipoli, perché è vero che ho chiuso per 150…e gli ho dato Parente… ed è uscito 75 voti Pendinelli insieme a Parente… 75 voti Parente… che non lo conosceva nessuno… perciò non posso dire che questo non è andato”. Affermazione rispetto alla quale Pendinelli replicò: “Sì però Totò adesso mo… cioè tu non puoi fare una campagna elettorale così quando la struttura… cioè tu ti dissangui per prendere 75 voti e tutta la struttura tua non ti dà voti… cioè così…”.

Secondo Pendinelli, quelle affermazioni da parte dell’assessore sarebbero state solo un modo per giustificare il mancato appoggio politico e il risultato deludente.

Dopo di lui è stata la volta di Pierpaolo Cariddi, 56 anni, per il quale è stato disposto il divieto di dimora e che per questo è stato sospeso dalla Prefettura (come previsto dalla legge Severino) dall’incarico di sindaco di Otranto.

In circa due ore e mezza, l’indagato ha chiarito tutti gli snodi procedimentali che hanno portato alla redazione della nota ritenuta dagli inquirenti falsa, sul differimento dei lavori per il ripristino dell’arenile del lido Atlantis, collocato in zona Porto Craulo e di proprietà di Totò Ruggeri, effettivo titolare della struttura (anche se non ricopre la carica di amministratore unico dal 23 aprile 2012).  

Cariddi ha ribadito quanto già avevano anticipato nei giorni scorsi agli organi di stampa i suoi legali, gli avvocati Gianluca D’Oria e Mauro Finocchito, e cioè che lo slittamento dei termini fu concesso regolarmente, e fu necessario, nella stagione 2020, a causa del prolungato lockdown imposto dalla pandemia che vietava di sistemare le spiagge se non a partire dalla ordinanza del presidente Emiliano del 15 aprile 2020, per cui fu impossibile rispettare il periodo 1 marzo – 1 maggio. Insomma, per il primo cittadino quella nota corrispondeva al vero, poiché la normativa Covid aveva differito tutti i termini, amministrativi e procedimentali, anche quelli relativi all'esame delle pratiche riguardanti il ripascimento degli arenili, previsti dalle linee guida regionali.

L’indagato ha negato di aver mai subito pressioni da Ruggeri o di aver cercato di agevolarlo. “I nostri rapporti sono esclusivamente istituzionali e, in alcune circostanze, le nostre posizioni politiche sono state persino contrapposte”, ha puntualizzato dinanzi alla giudice, cercando di dimostrare con documenti alla mano che anche altre pratiche, analoghe a quella del lido Atlantis, presentate nella stessa stagione erano state evase con la medesima tempestività.

Al momento i legali dei due sindaci non hanno presentato istanza di revoca della misura cautelare, riservandosi di valutare nei prossimi giorni la scelta difensiva più opportuna da intraprendere.   

Oggi è stata la volta anche del medico Elio Vito Quarta, 77 anni, di Carmiano, all’obbligo di dimora nell’ambito della stessa inchiesta. Alla presenza dell’avvocato Luigi Corvaglia, ha negato anche lui gli addebiti, spiegando di aver contattato Ruggeri solo nel tentativo di velocizzare i tempi della procedura di accreditamento per l’ottenimento del primo livello come centro di procreazione medicalmente assistita del poliambulatorio di Muro Leccese, ma senza interferire sull’esito né tanto meno promettendo in cambio a Ruggeri la compartecipazione nella società Prodia in via di costituzione.  

Si sono, invece avvalsi della facoltà di non rispondere Antonio Greco, 49 anni, di Carpignano Salentino, all’obbligo di dimora (difeso dall’avvocato Dimitry Conte) e Fabio Marra, 55, di Galatone, colpito dal divieto di svolgere l'attività professionale (assistito dall’avvocato Luigi Covella).

E', invece, ancora in corso l'interrogatorio di Rodolfo Rollo, 61enne di Cavallino, che all'indomani della notizia di un'indagine per corruzione sul suo conto, aveva rassegnato le dimissioni dall'incarico di direttore generale della Asl di Lecce. Difeso dall'avvocato Massimo Manfreda, non si è sottratto alle domande della giudice.

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