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Cronaca Parabita

Al Comune di Parabita torna il commissario. Neutralizzata la sentenza del Tar Lazio

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva. L'assise cittadina era stata sciolta per infiltrazioni mafiose. Udienza di merito a settembre

PARABITA – Il Consiglio di Stato, almeno fino all’udienza di merito del 27 settembre, ripristina la gestione commissariale del Comune di Parabita.

È stata infatti accolta l’istanza cautelare presentata dall’Avvocatura Generale dello Stato per conto di ministero dell’Interno, prefettura di Lecce e presidenza del Consiglio dei ministri per la sospensione degli effetti della sentenza del Tar del Lazio che a marzo aveva sancito l’illegittimità del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale del centro del basso Salento, per infiltrazione mafiosa, firmato dal presidente della Repubblica il 17 febbraio del 2017.

Dopo il verdetto di primo grado Alfredo Cacciapaglia aveva riassunto le redini dell’amministrazione di Parabita in qualità di sindaco eletto. Per i giudici della Terza Sezione del Consiglio di Stato, però, l’esigenza di prevenzione da situazioni di condizionamento o di ingerenza nell’ente prevale nella comparazione degli interessi coinvolti. Lo scioglimento era stato decretato a valle dell’inchiesta sfociata nell’operazione “Coltura” dei carabinieri che aveva portato all’arresto di 18 persone tra cui l’ex vice sindaco di Parabita: al centro delle indagini la rete di connessioni orchestrate dal clan Giannelli.

Per l’avvocato Pietro Quinto, che insieme a Luciano Ancora ha difeso Cacciapaglia e i consiglieri che avevano presentato ricorso, ci sono margini di perplessità: “L’ordinanza del Consiglio di Stato – ha dichiarato il legale leccese - ha però omesso di dare conto della circostanza, documentata con l’esibizione del verbale datata 28 marzo, che la sentenza del Tar del Lazio era stata puntualmente eseguita e che l’amministrazione Cacciapaglia si era regolarmente insediata in sostituzione degli amministratori straordinari; in termini di tutela cautelare, appare atipica la rimozione di una situazione amministrativa definita, nei mesi di luglio ed agosto, in attesa della decisione di merito fissata per settembre che dovrà farsi carico di rispondere a tutte le complesse questioni giuridiche che interessano la vicenda del Comune di Parabita”.

Prima ancora di accogliere l’istanza cautelare, i giudici hanno concesso l’applicazione del principio dell’errore scusabile relativamente al ritardo con cui è stato presentato l’appello, notificato oltre il termine perentorio: il sistema di posta certificata dell’avvocatura generale sarebbe stato condizionato da un malfunzionamento che i legali hanno documentato.

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