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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Cronaca

“Per usare Canadair del 115 serve autorizzazione della protezione civile”, la rabbia del sindacato dei vigili del fuoco

Il segretario regionale del Conapo, organizzazione sindacale dei pompieri, ha auspicato in una nota stampa una riorganizzazione complessiva del sistema antincendio boschivo

LECCE – Escogitare, con estrema urgenza, una riorganizzazione complessiva del sistema antincendio boschivo. Il Conapo, il Sindacato autonomo dei vigili del fuoco, affida a una nota stampa la propria rabbia per i danni ambientali da incendi estivi “che si sarebbero potuti evitare”. Un caso particolarmente allarmante dell'estate, a detta dell’organizzazione, sarebbe stato quello di Santa Cesarea Terme. Il segretario regionale, Gianni Cacciatore, ha infatti puntato il dito contro le conseguenze lasciate dall’ennesima stagione caratterizzata dai roghi.

 “Un fatto culturale, che vede agire convinzioni e abitudini antiche e dure a morire. Non si spiega diversamente l’incidenza così alta in Puglia di un fenomeno che altrimenti non trova ragione d’essere, nemmeno considerando i campi di ulivi disseccati dalla Xylella fastidiosa nel Salento. È in larga parte culturale anche il secondo fattore determinante la situazione di cui si parla: la quasi totale assenza del rispetto di quanto previsto dalle norme rispetto all’obbligo di effettuare le opere di prevenzione per salvaguardia del territorio dagli incendi di vegetazione, come ad esempio le fasce taglia fuoco”, sono le parole del sindacato dei pompieri.

Cacciatore auspica una più chiara ripartizione delle competenze nella gestione del fenomeno. “In linea di massima le Regioni attivano il meccanismo antincendio per 90 giorni all’anno (così fa la Puglia), mentre per il restante periodo tocca allo Stato, tramite i vigili del fuoco, provvedere. Ma anche in questi 90 giorni estivi i pompieri pugliesi portano il loro determinante contributo, attraverso una convenzione che viene stipulata ogni tre anni con la Regione. Altra stortura del sistema di contrasto è la gestione dell’azione antincendio aerea. Ogni Regione può organizzare un sistema aereo di estinzione, ma fino ad ora il grosso del lavoro lo hanno fatto i canadair della flotta di Stato. Flotta antincendio statale che  fa parte del Servizio aereo del Corpo nazionale vigili del fuoco, che la gestisce amministrativamente”, scrive nella nota Cacciatore. Il referente regionale aggiunge anche che la conduzione e la manutenzione dei velivoli avvengono tramite un contratto con una ditta privata. La gestione operativa è invece di competenza della protezione civile. Pertanto in caso di necessità di un intervento aereo, il 115 è costretto a chiedere l’autorizzazione alla protezione civile per utilizzare un Canadair nonosante quest'ultimo sia di proprietà dei vigili del fuoco.

Dito puntato anche contro la mancata manutenzione dei terreni pubblici: vegetazione spontanea sui bordi delle strade comunali, provinciali e statali. “Un esempio prototipico della situazione che si descrive è Santa Cesarea Terme. La bellissima località salentina è da decenni oggetto dell’azione di sconsiderati delinquenti che più volte ogni anno appiccano il fuoco a quel che è rimasto della zona boscata. Ci si aspetterebbe che gli organi competenti, comune in primis, data la sostanziale certezza degli incendi che vengono appiccati agissero per tempo e invece basta fare un giro a Santa Cesarea per verificare l’assenza di qualsiasi attività di prevenzione. Ci sono punti in cui la vegetazione spontanea, ancora oggi dopo due gravi incendi, è alta due metri. Eppure, il costo degli interventi di soccorso, terrestri ed aerei, supera certamente quello delle opere di prevenzione necessarie”, conclude il segretario del Conapo.

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