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Cronaca Lequile

Furto e inseguimento sulla strada provinciale, due condanne in abbreviato

Davide Caracciolo, 36enne e Marco Errini, 25enne, sono stati condannati rispettivamente a 2 anni e 3 anni e quattro mesi, con le accuse di furto aggravato, ricettazione, danneggiamento, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale

 

LECCE - Si è concluso con due condanne il giudizio con rito abbreviato nei confronti di Davide Caracciolo, 36 anni, di Monteroni e Marco Errini, di 25, di San Cesario. I due imputati sono stati condannati rispettivamente a 2 anni e a 3 anni e quattro mesi per le accuse di furto aggravato, ricettazione, danneggiamento, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Caracciolo ha ottenuto le attenuanti derivanti dal risarcimento del danno alle parti offese.

I fatti si riferiscono al maggio scorso, quando i due furono arrestati al termine di un drammatico inseguimento sulla strada provinciale che da Soleto conduce a Lequile. Fu una telefonata anonima giunta poco dopo le 12 al centralino dei carabinieri, a segnalare la presenza di due individui sospetti che stavano scaricando della merce da un furgone bianco con le insegne pubblicitarie della "Quarta caffè", per caricarla su un Doblò Fiat rosso. All'arrivo di una pattuglia dei militari dell'Arma i due si diedero subito alla fuga. I carabinieri intimarono l'alt ai ladri, che per tutta risposta cercarono di speronare la pattuglia delle forze dell'ordine. I militari si lanciarono all'inseguimento del furgone, che imboccò contromano prima la strada provinciale 367 e poi la 362. Solo la grande abilità e professionalità degli uomini dell'Arma evitò che la vicenda assumesse contorni ben più tragici.

L'autista del furgone, braccato dai carabinieri, terminò la folle corsa contro il guard rail nei pressi di Lequile. I malviventi cercarono comunque di sottrarsi alla cattura, speronando la pattuglia del 112 in retromarcia. L'autista, Davide Caracciolo, 36enne leccese, fu subito bloccato, mentre il passeggero fuggì per i campi. L'uomo, Marco Errini, 25 anni originario di San Cesario, fu arrestato qualche ora dopo, dai carabinieri del comando provinciale di Lecce, non lontano da Monteroni.

I successivi riscontri operati dai militari dell'Arma permisero di appurare che sia il furgone della "Quarta caffè" che il Doblò erano stati rubati, rispettivamente a Martano e Veglie. Caracciolo, inoltre, era in possesso di un telefono cellulare rubato sempre a Martano. Tutta la refurtiva fu restituita ai legittimi proprietari. Uno dei carabinieri fece ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso, che gli diagnosticarono lievi ferite guaribili in sette giorni. Per Caracciolo ed Errini, su disposizione del magistrato di turno, il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Angela Rotondano, si aprirono le porte del carcere di Borgo San Nicola con le accuse di furto aggravato, ricettazione, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Davide Caracciolo era assistito dagli avvocati Stefano Pati e Stefano Prontera. Marco Errini dall’avvocato Massimo Bellini.

 

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