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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Violenze sulla figlia neonata e sulla ex moglie fino a farla abortire due volte: condannato

Inflitti sei anni e due mesi di reclusione a un 32enne residente nel Magliese, arrestato nei mesi scorsi per i maltrattamenti nei confronti della ex, oggi 19enne

LECCE - Violenze sulla ex moglie, costretta ad abortire per due volte, e sulla figlioletta di pochi mesi: arriva la condanna per un 32enne  (del quale si omettono ovviamente le generalità a tutela delle vittime). Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Silvia Saracino, ha infatti inflitto una pena di 6 anni e due mesi di reclusione nei confronti dell’imputato residente in un comune del Magliese, nell’ambito del processo abbreviato.

A carico dell’uomo, stando alla decisione della giustizia giunta nelle scorse ore, le spese processuali e l'obbligo di  risarcire coloro che si sono costituiti come parte civili. Per lui, inoltre, disposto il pagamento di una provvisionale di 20mila euro per ognuna delle persone ritenute offese dalla sua condotta. L’incubo per la vittima, una 19enne difesa dall’avvocato Raffaele Colluto del Foro di Lecce, sarebbe nato diversi anni prima. Nel 2018, secondo le indagini condotte dal commissariato di Nardò e cooordinate dal pubblico ministero Luigi Mastroniani, l’uomo avrebbe sferrato calci e pugni contro la malcapitata, provocandole un’interruzione di gravidanza. Episodio di una tale brutalità che purtroppo era avvenuto anche precedentemente, nel 2017.

 In quella occasione la ex coniuge, incinta di gemelli, fu picchiata perché accusata di nascondere la vera paternità di quella gravidanza e “avvertita” dell’obbligo di eseguire il test del Dna. Poche settimane dopo, la donna abortì. In un secondo momento, nata la figlioletta, inoltre, il 32enne non avrebbe risparmiato le violenze neppurealla neonata, di appena sei mesi all’epoca dei fatti, picchiata come la giovane madre. Minacce e atti persecutori non sarebbero cessati neppure davanti alla separazione, a seguito della quale la malcapitata aveva intrapreso una nuova relazione. Il 32enne avrebbe creato un finto profilo su Facebook per monitorare l’uomo, senza concedere tregua alla nuova famiglia. Senza consentire alla vittima di dimenticare.

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