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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Galatina

L'hobby per la falegnameria? "Alimentato" dall'allaccio abusivo al call center

Condannato un 84enne professore in pensione di Galatina. L'amministratrice lamentava eccessivi consumi. E ha scoperto il cavo abusivo

LECCE – L’hobby della falegnameria nel laboratorio adiacente al palazzo? Alimentato non solo dalla sua passione, ma anche “grazie” all’ignaro call center. Già, perché C.M., 84enne di Galatina, professore in pensione, avrebbe fatto abbondante uso gratis di energia elettrica tramite un allaccio abusivo. Fino a produrre un danno a una piccola società che si occupa di telemarketing che dovrebbe essere di diverse migliaia di euro, da quantificare con precisione. E per riparare il quale si andrà in sede civile, dopo la condanna a sei mei (con sospensione condizionale della pena, essendo incensurato), più 200 euro di multa. Questo quanto stabilito dal giudice Alessandra Sermarini in un caso in cui si procedeva per furto aggravato nei confronti dell’anziano.

I fatti per cui si è arrivati al processo risalgono a qualche anno addietro, dopo la denuncia presentata dall’amministratrice della società, la quale ha riferito che fin dall’avvio dell’attività, nel 2007, i consumi le parevano eccessivi rispetto alla stessa attrezzatura impiegata: pochi computer, non più di cinque, la luce al neon e un piccolo frigorifero. Un tecnico dell’Enel le avrebbe quindi suggerito di fare qualche prova, staccando l’interruttore generale. Una volta realizzato l’esperimento, stando a quanto riferito dall’amministratrice davanti al giudice, l’anziano si sarebbe avvicinato a lei e a due socie, chiedendo se anche a loro fosse venuta a mancare all’improvviso l’energia. Situazione che ha fatto scattare un ovvio campanello d’allarme.

E’ così che s’è scoperto come la corrente del loro stabile fosse condivisa con la rimessa. Venendo anche a sapere che l’impianto - tramite un foro nel muro di confine e un cavo innestato nel contatore collocato nel vano scala - era stato realizzato in passato, quando quel laboratorio era ancora pertinenza del palazzo e non di proprietà del professore in pensione, che l’avrebbe acquistato in seguito.

Tuttavia, secondo varie testimonianze, tutte concordanti, ivi compresa quella del vecchio proprietario della palazzina, già all’epoca l’anziano avrebbe fatto uso di quella rimessa (quindi, prima ancora che l’acquistasse) e sarebbe stato anche perfettamente consapevole del collegamento non proprio legittimo. A nulla è valso quanto prodotto dalla difesa dell’uomo, e cioè che nel dicembre del 2007 avrebbe inoltrato richiesta per un nuovo allaccio di fornitura elettrica. Il giudice ha ritenuto sussistenti le prove a suo carico e l’ha condannato.

L’amministratrice della società, costituitasi parte civile, era difesa dall’avvocato Daniela Sindaco, l’84enne dall’avvocato Alessandra Serafini.

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