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Cronaca

Condussero nel Salento 83 migranti, condannati a risarcimento milionario

Lo sbarco ad agosto del 2017. Ora per i due scafisti è arrivata la condanna e una multa da un milione di euro

LECCE – Dovranno, o forse è più logico dire dovrebbero, risarcire lo Stato italiano con un milione di euro di multa (oltre al pagamento delle spese processuali e di quelle relative al mantenimento in carcere).

No, non si tratta (come sarebbe logico supporre) di grandi truffatori o evasori milionari, ma più semplicemente di due scafisti di nazionalità ucraina e bielorussa. L'ultimo ingranaggio di quella grande macchina del crimine internazionale che ha nel traffico di esseri umani la sua principale fonte di guadagno. La storia di due moderni “Caronte”, accusati di aver sbarcato sulle nostre coste 83 cittadini extracomunitari di varie nazionalità, di cui 24 minori. Storie di uomini di mare, facce bruciate dal sole e dal sale, sguardo impassibile, abituati a sfidare la vita e soprattutto la morte. Marinai oltre che criminali, gente che ha imparato che il mare sa regalare e sa prendersi tutto. Anche la libertà, come nel loro caso.

La loro vicenda giudiziaria inizia il 10 agosto scorso. Una stagione calda sotto il profilo della lotta e del contrasto all'immigrazione clandestina, con centinaia di migranti che hanno ricominciato a cercare approdo sulle coste italiane in cerca di speranza e del miraggio di una vita migliore. Le fiamme gialle erano impegnate nel pattugliamento marittimo del Canale d'Otranto e del basso Jonio. I finanzieri intercettarono una barca sospetta che veleggiava verso la Puglia. I successivi controlli e i riscontri informativi dai finanzieri, permisero di identificare il natante. L'obiettivo fu monitorato e "ombreggiato" per diverse ore. Nel frattempo fu predisposto un dispositivo di controllo attraverso mezzi marittimi d'altura e costieri, oltre che terrestri, in modo da approntare una barriera invalicabile. La barca a vela fu intercettata a poche miglia da Leuca.

Quella verso Leuca fu l'ultima tappa di un viaggio lungo quasi due anni attraverso paesi devastati da guerre e miseria, custodi di civiltà e culture millenarie. Un viaggio pagato con i risparmi di una vita (circa settemila euro) attraverso luoghi e genti diverse, sognando di poter raggiungere la speranza di una vita migliore, di un qualcosa in più per la propria esistenza. La loro è la storia di tanti migranti (clandestini per le leggi italiane) sbarcati sulle nostre coste spinti dalla possibilità di poter accarezzare il paradiso dell'Europa democratica e civile, di un'Italia benestante e piena di lavoro, di sogni che ben presto diventano illusioni. Migliaia di chilometri percorsi con la curiosità e la voglia di scoprire, incantati dinanzi a spazi troppo grandi anche solo da immaginare. Un viaggio a ritroso nel tempo, lungo la strada dei caravanserragli e dei grandi mercanti, ripercorrendo l'antica "Via della seta".

Oggi, a distanza di alcuni mesi da quel viaggio, la storia dei due scafisti si è conclusa con una condanna a 3 anni e otto mesi di reclusione. I due sono assistiti dall'avvocato Valerio Centonze e si trovano da agosto nel carcere di Borgo San Nicola.

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