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Cronaca Centro / Viale XXV Luglio

Contratti agli sgoccioli nell’ateneo salentino. I precari riuniti in prefettura

Il personale tecnico amministrativo si muove per la stabilizzazione del rapporto di lavoro determinato. Stop dei revisori dei conti, ma la trasformazione per i sindacati si può ottenere. "Non si può attendere la riunione del Cda"

 

LECCE - Il conto alla rovescia per i precari dell’università del Salento è cominciato. A soli 9 giorni dalla scadenza di una quarantina di contratti a tempo determinato, l’ipotesi più probabile, al momento, sembra essere la cessazione del rapporto di lavoro con l’ateneo. I sindacati si muovono, quindi, sul filo di lana per ottenere la stabilizzazione del personale impiegato nell’area tecnico amministrativa.

L’ultima spiaggia è rappresentata dalla pressione che il prefetto di Lecce potrebbe esercitare sui vertici dell’ateneo per sbloccare la situazione, prima che sia davvero troppo tardi. Per questo i lavoratori, rappresentati dalle sigle sindacali Fp Cgil, Uil Rua, Cisl e Snals oggi si sono recati in prefettura, seppur sprovvisti di un appuntamento. Malissimo che vada, l’incontro sarà aggiornato a domani mattina. “Ci stiamo muovendo su questa strada vista l’urgenza. Se i precari torneranno a casa, infatti, il danno per la gestione dei servizi interni sarà doppio”, afferma il sindacalista Fp Cgil, Dino De Pascalis. Qualcuno, infatti, ha già chiesto di usufruire delle ferie arretrate, nel dubbio di non poterle più smaltire. Nell’area informatica la carenza di personale non è un problema da poco, considerato il rischio di un blocco delle procedure riservate agli studenti. Idem per le pratiche amministrative.

Il dietro front dell’amministrazione rispetto alla decisione iniziale di trasformare i contratti precari in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, per i sindacati è semplicemente “assurda”.”I vertici dell’università volevano procedere alla stabilizzazione attraverso una procedura di proroga che non è stata considerata valida né dalla funzione pubblica, né dal collegio dei revisori dei conti”, spiega Sebastiano Mercuri di Snals. Il nodo irrisolto è nel decreto legge 78 del 2010 che fissava un tetto di spesa per i contratti precari al 50 percento del budget stanziato per l’anno precedente.

Le 44 unità dell’ateneo salentino dovrebbero essere al riparo dalla scure legislativa perché assunte precedentemente all’entrata in vigore del decreto. “Una legge non può avere effetti retroattivi ma cristallizza il presente, regolando i contratti futuri”, puntualizza De Pascalis. Questo limite di spesa che si aggira intorno ai 25 mila euro (una cifra decisamente irrisoria), secondo il sindacalista dovrebbe essere utilizzato per concedere una proroga ai contratti, considerato che esistono numerosi altri rapporti a tempo determinato che però non gravano sul fondo di finanziamento ordinario ma su voci di spesa legate a specifici progetti.

La proroga viene intesa come tempo necessario per procedere alla stabilizzazione di almeno una ventina di persone. Una procedura, a quanto pare, neanche troppo complicata e coperta dall’articolo 22, comma 5, del contratto collettivo nazionale.

Di sicuro, incalzano gli interessati, non si potrà attendere la prossima riunione del consiglio di amministrazione fissata per il 13 dicembre. Appena due giorni prima della scadenza naturale dei contratti. “Il problema era già stato sollevato durante la riunione del Cda di novembre, ed in quella circostanza non si sono registrati pareri contrari”, aggiunge il sindacalista Cgil che propone due alternative: anticipare la seduta o procedere con un decreto rettorale d’urgenza, “così come si è fatto per l’approvazione dello statuto della Fondazione che presentava problematiche più consistenti”.

Per il resto non muta di una virgola l’opinione comune dei sindacati sulla gestione dell’ateneo salentino. Rispetto a questa vertenza, “l’amministrazione si è dimostrata per metà incapace e per metà inadeguata a gestire il problema, lavorando come sempre nella nebbia, invece di prediligere la chiarezza”.

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