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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Lavoro nero e mancata sicurezza nei cantieri: multe e attività sospese

Decine di operai senza un contratto regolare, condizioni di sicurezza precarie e persino una pasticceria senza autorizzazioni e con gravi carenze sanitarie. Questo il bilancio dell’ultima settimana, emerso dai controlli della Direzione territoriale del lavoro. A capo dell’ufficio, da ottobre, Antonella Di Modugno

LECCE – Dallo scorso 20 ottobre, Antonella Di Modugno (in foto) è al vertice della Direzione territoriale del lavoro di Lecce. Barese di nascita, ha assunto la direzione dell’ufficio salentino dopo 23 anni di servizio presso le strutture principali del Ministero del lavoro. Proviene dal segretariato generale, dove ha ricoperto l’incarico di dirigente con funzioni ispettive interne. La nuova dirigente ha già ottenuto i primi risultati. Sono diversi i controlli eseguiti sia dagli ispettori civili, sia dai carabinieri del Nil nell’ultima settimana.DI MODUGNO-2

Le verifiche, in particolare, sono state effettuate nei comuni di Melissano, Giurdignano, Galatina, Tricase, Martano, Casarano, Gallipoli e Alliste nei vari settori. Sono 11 i lavoratori irregolari scoperti dal personale leccese: in una società edile del sud Salento, in particolare, l’attività di intonacatura in corso è stata immediatamente sospesa. Su cinque lavoratori impiegati, tutti erano privi di contratto e peraltro in condizioni precarie.

Anche per altre aziende è scattata la sospensione, per il superamento della soglia del 20 per cento di lavoratori in nero occupati. Sanzionata, inoltre, anche una pasticceria sprovvista di autorizzazioni e per gravi carenze igienico-sanitarie. Sono invece 45 le prescrizioni per violazioni alla norma sulla sicurezza sul lavoro, impartite soprattutto in cantieri edili, mentre un datore è stato segnalato alla Procura per aver installato un impianto di videosorveglianza abusivamente. Ottantuno gli illeciti amministrativi accertati, e ammontano a quasi centomila euro le sanzioni elevate per il lavoro nero. Oltre tremila euro recuperati come contributi evasi andranno nelle casse dell’Inps e tutti i datori sanzionati saranno indicati alla guardia di finanza per successivi controlli.

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