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Cronaca Patù

Sospetta presenza di rifiuti, controlli nelle campagne vicine a quelle sequestrate

I militari del Roan di Bari hanno eseguito i rilievi arerei termici e iperspettrali, su due terreni di Patù. La verifica è stata disposta dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, per una sospetta presenza di scarti tombati. A circa 400 metri, le campagne sotto le quali il Noe di Lecce scoprì un "bazar" di frammenti di pellame, derivanti dall'industria calzaturiera

PATU’ – Nuovi monitoraggi nel Capo di Leuca, per sondare su una sospetta presenza di rifiuti tombati. Ma l'esito, quanto meno al momento, non fa emergere esiti preoccuoanti. Nella giornata di ieri, e nel corso della mattinata, i finanzieri del Roan di Bari, il Reparto operativo aeronavale al comando del colonnello Maurizio Muscarà, hanno eseguito una serie di verifiche nelle campagne di Patù. I finanzieri della città adriatica sono stati affiancati dai carabinieri del Noe di Lecce, il Nucleo operativo ed ecologico, guidato dal maggiore Nicola Candido.

Nello specifico, si tratta di due fondi agricoli, a circa 400 metri di distanza da un altro terreno nel quale furono interrati scarti dell’industria calzaturiera un anno addietro. In quell’occasione, in località “Volito”, in direzione di San Gregorio, una zona peraltro sottoposta a vincolo idrogeologico e ambientale, i militari dell’Arma rinvennero plastiche, gomme, colle  e altri scarti provenienti dalla lavorazione del pellame. Una indagine nell'indagine che inaugurò diversi altri controlli, sempre in zona, e all'iscrizione nel registro degli indagati di due individui.

Al termine dei carotaggi fu disposto un sequestro preventivo d’urgenza, su un’area complessiva di diverse centinaia di metri quadrati. Alle verifiche parteciparono anche i militari delle fiamme gialle, i quali rilevarono diverse anomalie durante i rilievi aerei con sensori termici e iperspettrali. Si tratta di due tipologie di diagnostica ambientale che consentono l’individuazione di rifiuti pericolosi da una intensa concentrazione termica del terreno, e tramite il recupero di informazioni che non potrebbero essere visibili all’occhio umano, in una sorta di potente “zoom” sulle aree interessate dai controlli.

Gli ultimi approfondimenti, tramite georadar, disposti dal procuratore aggiunto della Repubblica di Lecce, Ennio Cillo, non hanno tuttavia evidenziato irregolarità sui terreni monitorati. Tanto da non rendere necessari gli scavi. I risultati dell’indagine saranno comunque oggetto di una più accurata verifica, per chiarire se vi siano le condizioni per ulteriori accertamenti sui fondi oggetto di segnalazione.

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