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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Matino

Reddito di cittadinanza e indennità di disoccupazione, ma lavorano nella fabbrica di jeans

Dei 28 dipendenti di un’azienda di abbigliamento di Matino, sei in “nero”, due beneficiari del reddito di cittadinanza e altrettanti “disoccupati”. Nei guai titolare e rappresentante legale

MATINO – Tra i 28 lavoratori sottoposti a un controllo, sei sono risultati “in nero”, due beneficiari del reddito di cittadinanza e altrettanti percettori di una indennità di disoccupazione. I carabinieri della stazione di Matino, assieme ai colleghi del Nil, il Nucleo ispettorato del lavoro e al personale Inps, hanno eseguito delle verifiche all’interno di una nota ditta di abbigliamento del luogo, dove sono stati denunciati il titolare e il rappresentante legale.

I due rispondono di violazioni in materia di sicurezza sul luogo di lavoro. L’attività imprenditoriale è stata intanto sospesa e, al termine delle verifiche, sono anche scattate pesanti sanzioni amministrative per un importo di circa 28mila euro. Nei confronti della ditta anche un’ulteriore pena pecuniaria di 45mila euro e il recupero di contributi previdenziali e assistenziali per 100mila euro. Le autorità previdenziali e fiscali sono state inoltre informate dai militari dell’Arma per altri accertamenti sulle posizioni dei dipendenti e per eventuali, ulteriori provvedimenti.  

La sindacalista: "Una misura che è un fallimento"

FABIANA SIGNORE_UILTEC-3“Quanto emerso nelle ultime ore - commenta la segretaria generale della Uiltec di Lecce, Fabiana Signore, in riferimento al reddito di cittadinanza -, è la dimostrazione lampante del fallimento di questa misura. Pensato come strumento che doveva contribuire a incrociare la domanda e l’offerta di lavoro e dare risposte alla disoccupazione di lunga durata, il reddito di cittadinanza rischia di alimentare sempre di più le cattive prassi”.  

“Quel che fa rabbia – prosegue la sindacalista – è che non impariamo mai dagli errori del passato. Basti pensare a cosa ha generato nel settore tessile per anni, sul nostro territorio, il ricorso alle mobilità in deroga. I parametri e le modalità sono ovviamente diverse da quelle del reddito di cittadinanza, ma i risultati sono i medesimi: i lavoratori andavano comunque a lavorare in nero, pur percependo i soldi dell’ammortizzatore sociale, perché alcune aziende utilizzavano questo strumento per pagare in nero ed evadere. Così si è prodotto un massacro”.

Per Signore, in definitiva “con questa misura non stiamo aiutando le aziende ad assumere, piuttosto stiamo favorendo il lavoro in nero. Non solo, stiamo contribuendo ad alimentare la concorrenza sleale fra imprenditori onesti, che da anni lavorano per contribuire alla ripresa e allo sviluppo del settore”.

Trevisi (M5S): "Bene i controlli contro le irregolarità"

Di avviso opposto il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi. “I controlli delle forze dell'ordine e dell'ispettorato del lavoro sui beneficiari del reddito di cittadinanza - commenta - sono un modo utile e fondamentale per scoprire eventuali irregolarità e far sì che una misura rivoluzionaria come quella del reddito di cittadinanza sia tutelata e rivolta a chi ne ha veramente bisogno. Inoltre, proprio grazie ad una normativa più severa e alla fase due del reddito di cittadinanza, non potrà accadere quello che si è verificato in passato, con Cassa integrazione e Naspi, in cui più facilmente si eludevano i controlli”.

antonio-trevisi-2“Il reddito di cittadinanza - prosegue - è nato come una misura per venire incontro e dare dignità a quelle persone che erano state escluse per tanti anni dal mercato del lavoro. Le opportunità - spiega Trevisi - sono tante e da poco è partita la fase due: convocazioni da parte dei navigator dei beneficiari per l'inserimento in un percorso lavorativo e formativo. I beneficiari del reddito di cittadinanza diventeranno nei prossimi mesi un'importante risorsa per tutti i Comuni".

"Grazie al loro impegno - continua il consigliere - potranno essere coperti numerosi servizi non appaltati in ambito culturale, artistico, ambientale, formativo ed assistenziale. Gli incontri pubblici servono proprio perché ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente nuovo mai sperimentato prima in cui la comunità diventa una risorsa fondamentale”. 

Il Patto per l’inclusione sociale, stipulato con i servizi sociali dedicati al contrasto alla povertà, prevede, infatti, attività al servizio della comunità, riqualificazione professionale, completamento degli studi e altri impegni finalizzati all’inserimento nelmercato del lavoro e all’inclusione sociale. Il prossimo incontro per parlare dei Puc sarà sabato 8 febbraio a Castrignano del Capo, alle ore 17,30 nell’aula consiliare. Seguirà poi quello di giovedì 13 febbraio, ad Alliste, sempre nell’aula consiliare alle 17,30.

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