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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Convivente e figliastra trattate come prigioniere, 43enne ottiene i domiciliari

La giudice ha disposto la carcerazione domestica con braccialetto elettronico per l’uomo accusato di aver maltrattato la convivente e picchiato e abusato ripetutamente della figlia di quest’ultima all’epoca 13enne

LECCE - Ha ottenuto i domiciliari col braccialetto elettronico il 43enne originario di San Pietro Vernotico (Brindisi) ma residente nel Leccese, arrestato lo scorso 18 febbraio con l’accusa di aver maltrattato la donna con cui aveva una relazione e che aveva conquistato in via epistolare mentre si trovava in carcere in Germania per uxoricidio, e la figlia all’epoca dei fatti 13enne di quest’ultima, di cui avrebbe anche abusato sessualmente.

A disporre l’attenuazione della misura è stata nei giorni scorsi la giudice Alessandra Sermarini, su sollecitazione degli avvocati difensori Rita Ciccarese e Francesco Calcagnile, ritenendo che, anche in considerazione del tempo trascorso nel penitenziario di “Borgo San Nicola”, le esigenze cautelari possano essere salvaguardate dalla carcerazione domestica associata al dispositivo di controllo elettronico.

Intanto, lo psichiatra Domenico Suma (su incarico del Tribunale) ha stabilito che la minorenne - che in sede di incidente probatorio aveva confermato le accuse - pur essendo affetta da un lieve deficit mentale, sia attendibile.

Stando alle carte dell'inchiesta, dal maggio del 2020 sino al 16 novembre del 2021, le malcapitate sarebbero state prigioniere del 43enne, che non solo avrebbe impedito avessero rapporti sociali all’esterno delle mura domestiche, e telefonici anche con i familiari, ma persino in casa. Insomma, su madre e figlia ci sarebbe stato l’assoluto divieto di comunicare tra loro.

Se la convivente si occupava della casa al posto della bambina, avrebbe scaricato tutta la sua ferocia contro quest’ultima “colpendola con schiaffi in faccia e sul sedere, colpi di cinta sulle cosce e sulla schiena, le avrebbe tirato i capelli, e le avrebbe sferrato calci nella pancia, apostrofandola come una “piccola bastarda traditrice”. In una circostanza, nell’estate del 2021, quando l’uomo sorprese le due a dialogare, avrebbe picchiato la figliastra, arrivando a minacciarla con una spada.

“La piccola era divenuta la sua compagna, dovendolo accompagnare ogni volta che usciva, portandola per le campagne anche di sera, tanto che mancavano da casa per tutta la giornata; del pari, quando rincasavano l’uomo era accorto che la bambina non comunicasse con la madre, alla quale era impedito ogni contatto, pena la violenza nei confronti di entrambe; spesso la piccola diceva alla madre: “Ti prego mamma, stai zitta se no mi uccide, non parlare perché mi uccide… se la prende con me”, si legge in uno dei passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Sermarini.

Oltre, ai maltrattamenti, sono ipotizzati anche ripetuti atti sessuali con la minore.

Durante l’interrogatorio di garanzia, l’indagato negò categoricamente di essere un mostro, spiegando di essere lui la vera vittima delle menzogne della donna, poiché questa, a causa di una forte depressione, avrebbe trascorso le sue giornate a letto, così da doverla sostituire nel prendersi cura della bambina, come fosse sua figlia, preparando i pasti, e arrivando persino ad annotare il suo ciclo mestruale per acquistarle gli assorbenti.

L’uomo riferì anche di sms scambiati con la convivente in sostegno delle sue dichiarazioni, così la pm, su richiesta della difesa, dispose una perizia sui cellulari di entrambi e che potrebbe rivelarsi cruciale nell’accertamento della verità.

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