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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Copertino

Ex carabiniere ucciso a colpi di fucile, la famiglia: “Il silenzio è dilaniante. Vogliamo la verità”

La lettera della sorella di Silvano Nestola a Lecceprima: “Sentiamo il bisogno urgente di avere delle risposte, delle certezze. Ridate la dignità ad un uomo che ha donato la sua vita al prossimo”

COPERTINO - Non si danno pace i parenti di Silvano Nestola, il maresciallo dei carabinieri in quiescenza assassinato a colpi di fucile, poco prima delle 22, del 3 maggio scorso, a Copertino, nei pressi di casa della sorella, dove si era fermato a cena con il figlio di 11 anni.

In una lettera a Lecceprima scritta dalla sorella Marta, per conto della famiglia, si chiede che venga spezzata questa “bolla di silenzio dilaniante” e che venga appagata la sua sete di verità.

“Scrivo questa lettera a nome della famiglia Nestola, una famiglia la cui vita è stata stravolta da un evento così brutale ed efferato, una famiglia piena di dolore che al momento si trova in una bolla di silenzio, un silenzio dilaniante che nessuno sembra voler spezzare, troppo pesante da trattenere, troppo doloroso da accettare, con delle domande assillanti a cui nessuno sembra voler dare una risposta. Chi ha ucciso un bravo papà sotto gli occhi di un figlio undicenne? Chi l’ha portato verso la morte in modo così brutale? Ma soprattutto quando si ridarà la dignità a un bravo papà, un bravo figlio, un servitore della patria?

Come mai non si sente l’esigenza e l’urgenza di assicurare alla giustizia qualcuno che è armato e che è libero ancora oggi poter essere pericoloso verso la nostra famiglia o verso chiunque altro, permettendogli di poter compiere nuovamente dei delitti orribili?

Io e la mia famiglia, i miei genitori, mio fratello ed il piccolo figlio undicenne continuiamo ad essere spaventati, terrorizzati che qualcuno ancora oggi libero possa ripetere quello che è già successo, non sappiamo di chi fidarci e non conosciamo da chi e da che cosa dovremmo stare attenti. Sentiamo il bisogno urgente di avere delle risposte, delle certezze, non possiamo dopo tre mesi di silenzio assordante non avere nessuna risposta.

Ridate la dignità ad un uomo che ha donato la sua vita al prossimo. Non merita altro silenzio, non meritiamo altro dolore”.

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