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Cronaca Copertino

Giallo dell'ex carabiniere ucciso, cinofili cercano l'arma nelle campagne

Questa mattina setacciata l'area intorno al luogo dell'omicidio, in contrada Tarantino. Non ci sono ancora iscrizioni nel registro degli indagati ed è stata rinviata l'autopsia. Intanto, saranno svolte perizie su due fucili da caccia sequestrati

COPERTINO – È possibile che l’arma, un fucile da caccia semiautomatico calibro 12, sia stata abbandonata durante la fuga, magari proprio nelle vicinanze del luogo dell’agguato? Nulla è da lasciare intentato, in un’indagine così delicata, come quella che vede al centro l’agguato avvenuto attorno alle 21,50 di lunedì 3 maggio in contrada Tarantino, fra Copertino e San Pietro in Lama, in cui è morto colpito da almeno tre proiettili il copertinese Silvano Nestola, 45 anni compiuti a gennaio, maresciallo dei carabinieri, da pochi mesi riformato per motivi di salute.

Per questo motivo, fin dall’alba di oggi, gli investigatori dell’Arma si sono presentati nei dintorni dell’abitazione della sorella dell’uomo, dove quella sera aveva cenato con il figlio di 10 anni, per poi essere ucciso a sangue freddo sul viale sterrato esterno. Con il Nucleo cinofili di Modugno, che hanno portato sul luogo il cane pastore tedesco Eny, addestrato nella ricerca di armi da fuoco, i militari hanno setacciato un’ampia fetta di territorio circostante, partendo dal perimetro della villetta per allargarsi nelle zone circostanti.

Quella della ricerca dell'arma è solo una delle tante attività che stanno portando avanti i carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e della Tenenza di Copertino, in un’inchiesta che, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Paola Guglielmi, al momento dovrebbe essere ancora a carico di ignoti. Per quanto siano state già sentite diverse persone, fra cui tre componenti di una famiglia di San Donaci, in provincia di Brindisi, siano stati anche sequestrati un paio di fucili di caccia, affinché vengano effettuate perizie balistiche, e siano in atto accertamenti su telefoni cellulari, non ci sarebbero state ancora iscrizioni nel registro degli indagati.

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Anche i tempi per l’autopsia non sono certi. L’incarico sarà conferito al medico legale Roberto Vaglio, ma per ora le date sono slittate. Tutto questo, mentre il materiale repertato la notte dell’omicidio, come bossoli e tracce ematiche, sono state inviate ai laboratori del Ris di Roma per i rituali accertamenti.  

Ovviamente, gli investigatori sono molto abbottonati e non trapela quasi nulla. Non si conoscono, dunque, quali siano gli elementi più concreti in mano loro, ma a quanto pare non vi sarebbero filmati di videosorveglianza che abbiano immortalato il misterioso uomo che la sera di lunedì ha atteso Nestola all’esterno dell’abitazione della sorella, per poi scaricargli addosso il fucile, frantumando anche il finestrino della Toyota Yaris con cui era arrivato qualche ora prima e che era parcheggiata nelle vicinanze.

L’ex militare, che era separato, era rimasto ferito in passato, in un periodo in cui aveva prestato servizio a Roma. In Puglia aveva operato a San Pietro Vernotico per cinque anni, dal 2010 al 2015, poi a Lecce, nel Nucleo informativo del Reparto operativo. I colleghi che avevano avuto modo di conoscerlo da vicino, ne avevano sempre apprezzato le capacità e il senso di abnegazione. Proprio per via della passione per il suo lavoro, pur con problemi di salute, era rimasto in servizio probabilmente anche più del dovuto. Era in congedo dal 9 settembre del 2020. Dismessa la divisa, il destino ha voluto che Nestola abbia trovato una morte violenta e per ora ammantata di mistero. Un vero e proprio giallo, proprio come quelli di cui ha contribuito, in carriera, a svelarne la trama.

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