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Cronaca

Coppia massacrata, disposta un’integrazione di perizia sull’infermità, ma il processo continua

Ascoltati oggi i consulenti che ritengono il giovane assassino capace di intendere e di volere. Su disposizione della Corte d’Assise saranno esaminati anche il diario nella sua integrità e gli scritti in carcere

LECCE - Continuerà a sedere al banco degli imputati Antonio De Marco, 21 anni di Casarano, per aver assassinato con quasi ottanta coltellate Daniele De Santis, 33enne leccese, e la fidanzata Eleonora Manta, 30enne di Seclì, nel loro appartamento in via Montello a Lecce, la sera del 21 settembre scorso. Lo ha stabilito la Corte d’assise di Lecce, all’esito dell’ascolto dei consulenti incaricati di svolgere la perizia secondo la quale il giovane studente di Scienze Infermieristiche è risultato capace di intendere e di volere e di stare in giudizio.

In aula si ritornerà il prossimo 6 luglio per l’ascolto di otto testimoni indicati dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini. Si tratta di agenti della polizia giudiziaria impegnati nella prima fase delle indagini e dei vicini di casa delle vittime che furono ascoltati come persone informate sui fatti.

Il collegio, presieduto dal giudice Pietro Baffa e composto dalla collega Francesca Mariano e dai giudici popolari (nella foto), ha inoltre disposto, su sollecitazione degli avvocati difensori Andrea Starace e Giovanni Bellisario, un’integrazione alla perizia sulla capacità di intendere e volere. In particolare, saranno esaminate parti del diario di De Marco, di cui sarebbero state usate solo alcune parti (quelle contenute nella consulenza eseguita per conto della stessa difesa) e gli scritti sequestrati in carcere.

Oggi, i legali hanno manifestato perplessità, e posto quesiti ai consulenti, circa il metodo utilizzato nell’esaminare il loro assistito: l’esiguità e la scarsa durata dei colloqui avuti con lui, lo scarso rilievo dato ai test psicologici e il fatto che, a loro avviso, non siano stati presi considerazioni altri disturbi alternativi al narcisismo e di natura psicotica.

Gli esperti hanno risposto a tutte le domande, chiarendo anche che il materiale in loro possesso si fosse mostrato adeguato a escludere sindromi autistiche o schizoidi e a ritenere De Marco parte di quel gruppo all’estremo della curva gaussiana di casi con “empatia 0”: “zero-negativi”, che trovano estremamente difficile avere rapporto con gli altri e non possono provare rimorso o senso di colpa perché non capiscono le emozioni dell’altra persona.

Insomma, il 21enne sarebbe affetto da un “disturbo narcisistico di personalità, di un genere (sottotipo Covert): “ha una rappresentazione del sé inadeguata, con sentimenti correlati di umiliazione e rifiuto. L’autostima è sregolata e per proteggersi dal dolore e dalla vergogna anche questo tipo di narcisista ha un ‘sé grandioso’, cioè fantasie onnipotenti che hanno una funzione difensiva dal crollo dell’autostima e dalla conseguente disperazione”.

“Il senso di svilimento e quindi rabbia e desiderio di vendetta sono evidentemente collegati, in base ai suoi scritti, al vedere relazioni di coppia, relazioni che sentiva ingiustamente irrealizzabili per sé ed all’osservazione delle quali non poteva sottrarsi. La felicità di coppia degli altri era per lui l’attivatore di orribili emozioni”, si legge nella relazione. E proprio per cancellare queste emozioni che De Marco, spinto da invidia e rabbia avrebbe deciso di cancellare nella realtà Eleonora e Daniele, considerandoli oggetti inanimati da prendere, legare e manipolare sadicamente.

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