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Cronaca Tricase

Non sopporta i parenti e si fa arrestare. Pentito, ricorre al riesame e la spunta

Cosimo Vessio, 26enne barese, da tempo residente a Tricase, può tornare a scontare la sua pena per droga ai domiciliari. Era andato direttamente in caserma, dopo una lite a casa, pretendendo di essere condotto nel carcere di Borgo San Nicola per restare in pace

TRICASE – Sarà anche vero che “ci dice ca lu carcere è galera, a mie me pare 'na villeggiatura”, come recita una vecchia canzone popolare, ma Cosimo Vessio, 26enne barese, da tempo residente a Tricase, non deve averla presa molto bene. E pensare che era stato lui stesso a chiedere di essere ammanettato e condotto in carcere. Un litigio in casa, con i parenti, il clima diventato insopportabile, l’impossibilità di uscire per respirare un po’ d’aria fresca o, magari, chiedere ospitalità ad amico, visto che costretto ai domiciliari, e alla fine, la decisione, presa su due piedi, istintiva e nello stesso tempo bizzarra: “Evado e mi costituisco”. 

Il pm Carmen Ruggiero aveva preso atto, “accontentandolo”, dopo che il giovane s’era presentato nella stazione dei carabinieri di Tricase, con borsone al seguito, pronto a riposare in pace in una cella, senza più sentire lamenti e rimproveri dei parenti. Carabinieri lì per lì increduli e che dovettero verificare che fosse vero il suo racconto, dall'arresto per spaccio, fino a quell'insolita evasione, prima di contattare il pubblico ministero. A conti fatti, la sera del 6 giugno, aveva davvero trovato posto a Borgo San Nicola.

Tanta la rabbia del momento, però, che Vessio, poco dopo essere arrivato, con un accendino aveva dato fuoco al materasso, “guadagnando” anche un periodo d’isolamento. Insomma, per farla breve, in carcere sua sponte e subito pentito. Così, l’avvocato Tony Indino, suo legale di fiducia, ha raccolto l’amara confessione dell’assistito, contrito per aver dato seguito a quel plateale gesto di protesta, e solo per incomprensioni domestiche facilmente sanabili, ed ha presentato ricorso al Tribunale del riesame. Sostenendo che la detenzione in carcere fosse una misura inidonea, poiché, di fatto, Vessio non si sarebbe comunque mai realmente sottomesso agli organi di vigilanza.

Vale a dire, da casa si sarebbe recato direttamente in caserma. Sentenze di Cassazione alla mano, l’ha spuntata. E Vessio è davero tornato nel suo appartamento, dove continuerà a scontare il periodo di detenzione. Dopo essersi, ovviamente, riappacificato con gli altri inquilini. 

Il giovane sta scontando una pena, dopo un arresto avvenuto nel gennaio del 2012. I carabinieri lo sorpresero con due panetti di hashish nel quartiere Santo Spirito di Bari, la sua città natale, appunto. In atteggiamento sospetto, stava forse attendendo qualcuno. Al momento del controllo, cercò di divincolarsi. Inseguito, fu alla fine bloccato. Il secondo arresto è, appunto, storia recente. Buon per lui che, come già il pm la prima volta, anche i giudici del riesame l’abbiano assecondato, nel momento in cui ha cambiato idea.  

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