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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Gallipoli

Cresce mobilitazione contro sgomberi dai locali Iacp

Gallipoli: prosegue raccolta di firme del Comitato occupanti e senza tetto per evitare sfratti forzati di decine di famiglie. Anche Federconsumatori sposa la battaglia. Chiesto vertice in Prefettura

I giorni passano. La tensione cresce...La mobilitazione è sempre più incalzante e rischia anche di sfociare in contrapposizione deleteria. E' sempre allarme-casa per gli occupanti degli ormai ex locali commerciali delle palazzine Iacp di viale Europa e via Cagliari, nel cuore del quartiere popolare di Gallipoli. La spada di Damocle degli sgomberi forzati pende sempre sul capo di interi nuclei familiari e di indigenti che ormai da oltre 25 anni hanno trasformato la destinazione originaria di quei locali in vere e proprie abitazioni civili. Anche i prospetti architettonici e gli interni, in molti casi, sono ormai riconducibili a veri e propri alloggi. Sempre precari e d'emergenza s'intende, visto che è dallo stesso periodo di tempo da quando quei locali sono stati occupati che nella cittadina ionica non si realizzano nuovi complessi edilizi popolari. Anche per colpa di farraginosi iter burocratici, di qualche bando "sbagliato" e andato mestamente in malora, di una graduatoria degli aventi diritto mai andata a pieno "a regime" e che negli anni passati ha anche determinato la perdita di considerevoli finanziamenti regionali (oltre tre miliardi e mezzo di vecchie lire). Le ultime notizie del Comune sul versate "casa" in merito alla costituzione e modifica del bando di assegnazione di alloggi di edilizia pubblica, risalgono ai primi mesi del 2008 con le procedure messe in piedi dal commissario prefettizio Trovato. E in attesa di buone nuove da Palazzo Balsamo, lo spettro degli sfratti dai locali occupati nella zona del Peep 2 torna a farsi minaccioso.

Così come la mobilitazione degli occupanti che da oltre due mesi ormai cercano di convogliare l'attenzione delle Istituzioni e dell'opinione pubblica sulla problematica degli sgomberi di viale Europa. Lo Iacp è ovviamente legittimato ad operare il recupero dei propri alloggi. Anche se per ora, come già in passato, non sta forzando più di tanto la mano. Anche per l'intercessione del sindaco Venneri e delle forze di polizia della città che non possono non tenere conto del risvolto sociale e di ordine pubblico che un'azione di forza potrebbe determinare, atteso che si tratta di famiglie e di soggetti con evidenti difficoltà esistenziali. Ma gli "inquilini" non si fidano comunque. Così dopo le "rituali" manifestazioni di protesta nell'aula del Consiglio comunale, l'incatenamento all'ingresso degli uffici comunali, gli striscioni e i volantini comparsi in più angoli della città, ecco che gli stessi occupanti hanno fondato un comitato spontaneo - il "Comitato Occupanti e Senza Tetto di Gallipoli" - che continua nella raccolta di numerose firme che hanno già indotto, in prima battuta, lo Iacp a frenare sugli sgomberi. Ieri sera nuova iniziativa in piazza Tellini come comunicato dal coordinatore del Comitato, Rosario Attanasio che in una nota a corredo della raccolta di firme ha spiegato le ragioni della protesta:

"Nell'appello lanciato dalla piazza, le famiglie chiedono con forza la convocazione del Consiglio Comunale di Gallipoli, per discutere del grave problema e che ogni amministratore esprima la sua posizione in merito alla questione. Si è svolto ieri sera, 19 ottobre 2008, il Sit-in di protesta delle famiglie che rischiano gli sgomberi dai locali dello Iacp che occupano, oramai, da oltre venticinque anni come sistemazione provvisoria in assenza di alternative in quanto a Gallipoli non si trovano appartamenti in affitto accessibile per le tasche di queste famiglie. Raccolte in poche ore circa 600 firme in calce alla petizione di solidarietà, che si vanno ad aggiungere alle oltre millecinquecento raccolte in precedenza e che ha visto anche la firma, della quasi totalità, del Consiglio provinciale con in testa il senatore Giovanni Pellegrino. Con rammarico, facciamo presente che non è venuto, come aveva promesso, il sindaco di Gallipoli, Giuseppe Venneri. Si chiede, inoltre, che il sindaco si faccia promotore di un vertice con il prefetto e lo Iacp per discutere anche della richiesta, avanzata dal Comitato ‘Cost' di Gallipoli, per l'avvio della costruzione di almeno trecento alloggi di case popolari, a Gallipoli".

E anche lo sportello della Federconsumatori di Gallipoli si è unito all'azione di lotta del Comitato degli occupanti per chiedere la revoca degli ordini di sgombero e la costruzione di nuovi alloggi popolari da assegnare alle numerose famiglie che ne hanno bisogno. La stessa referente dello sportello di via Catania (retto con la collaborazione dell'avvocato Alessandra Zuccaro e della signora Caterina De Pace), la dottoressa Tina Palermo, si è recata personalmente nelle "abitazioni" di viale Europa per tastare il polso della drammatica situazione. "Accade anche a Gallipoli che a numerose famiglie di disoccupati e lavoratori precari, lo Iacp, ente preposto a costruire case popolari per le popolazioni meno abbienti, ha di recente spedito l'ordine di sgombero" spiegano dall'associazione di tutela dei consumatori, "e le diverse decine di famiglie che, da circa 30 anni, occupano alcuni locali di proprietà dell'Istituto case popolari in Viale Europa e Via Cagliari, vivono oggi una situazione a dir poco difficile, soprattutto se si considera l'oggettiva difficoltà per le famiglie più povere di trovare un'abitazione in affitto in una città come Gallipoli, di evidente vocazione turistica. Proprio per fare fronte a questa peculiarità, una volta si costruivano le case popolari. Mentre oggi la gente più povera sembra essere stata abbandonata a se stessa. Ed infatti, malgrado le promesse, a Gallipoli, non si costruiscono più case popolari da almeno venticinque anni. Circa dieci anni fa, l'allora presidente dello Iacp, aveva messo a disposizione della città di Gallipoli la somma di circa quattro miliardi di lire per la costruzione di case popolari e l'amministrazione comunale si sarebbe dovuta impegnare a trovare i suoli idonei. Così non è stato... ed i soldi furono revocati. Ebbene, ci si chiede come sia possibile che nessuna Autorità, nessuna istituzione o associazione abbia mai più, in tutti questi anni, affrontato questa situazione?. E' evidente che non basta predicare dell'importanza del diritto alla casa se poi non si cercano realmente le soluzioni al problema dell'emergenza abitativa. Ed allora, se il diritto alla casa è un diritto fondamentale....come tale deve essere tutelato dall'intervento delle istituzioni pubbliche! L'impegno a mettere ciascuno nella condizione di fruire di un bene così importante va posta al centro delle politiche sociali, che devono preoccuparsi di intervenire, soprattutto, quando nelle nostre città ci sono case senza gente ...E troppa gente senza casa".

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