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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Crisi della vigilanza. Dipendenti Svevialpol senza stipendio minacciano lo sciopero

Quasi 300 lavoratori dell'azienda leccese non hanno ricevuto la retribuzione di aprile e attendono metà saldo per il mese di marzo. Aperta la procedura di raffreddamento. Lunedì 3 giugno incontro risolutivo con i sindacati

LECCE - “Non ci sono segnali positivi circa la risoluzione della vertenza di Sveviapol Sud”. A dichiararlo è il segretario generale di Uiltucs Puglia a pochi giorni dall’incontro tra i sindacati di categoria e i responsabili dell’istituto di vigilanza leccese.

Lunedì 3 giugno è la data fissata per chiarire i termini di una ristrutturazione aziendale prevista a causa della sopraggiunta crisi economica. Ma che, a detta dei sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, non si comprende a che punto sia. Sono passati due mesi, infatti, dal primo accordo siglato dalle parti per garantire il proseguimento dell’attività dell’istituto e finalizzato alla salvaguardia del maggior numero di posti di lavoro possibili, in una situazione che si prospettava “drammatica”.

“Il 21 marzo le organizzazioni sindacali hanno ottenuto un dimezzamento del numero di lavoratori da porre in mobilità: 50, anziché i 100 proposti dall’azienda. Tutto ciò a fronte della chiusura delle attività amministrative – prosegue Giuseppe Zimmari -. L’accordo prevedeva una serie di garanzie per questi dipendenti: in particolare la precedenza sulle possibili assunzioni, nel caso di un futuro incremento delle commesse aziendali”.

Ora quest’intesa rischia di saltare e Uiltucs, a fronte di un “ulteriore disimpegno” da parte di Sveviapol, si dice pronta ad impugnare i licenziamenti ed ad intraprendere qualunque iniziativa di natura sindacale, fino alla proclamazione dello sciopero.

“La vertenza si trascina da mesi – aggiunge il segretario -, da quando Sveviapol Sud ha avviato una procedura concorsuale a causa della propria condizione debitoria, ricevendo una proposta da parte di Cosmopol srl di acquisire le quote societarie di maggioranza”.

L’accordo commerciale, che resterebbe del tutto aperto, prevedeva due condizioni: un piano di ristrutturazione degli organici, comprensivo dei licenziamenti, e un accordo con l’Agenzia delle entrate per una ristrutturazione del debito. Il risultato è stato che quasi 300 dipendenti ancora attendono la retribuzione di aprile, ed il saldo mancante per il mese precedente. Ed anche maggio sta per concludersi senza certezze.

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