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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Melendugno

Da deposito a discarica abusiva. Sigilli a terreno privato di 20 mila metri quadri

Dopo le verifiche del personale della guardia costiera di Otranto scatta il sequestro nella zona di Melendugno. Rivenute distese di rifiuti e materiali anche inquinanti. Sul posto anche la polizia locale

MELENDUGNO - Utilizzato forse in origine come deposito a cielo aperto, nel corso del tempo si è trasformato in una vera e propria discarica abusiva con la presenza di vario materiale abbandonato e anche potenzialmente inquinante. Così nell’ambito di una specifica operazione di tutela ambientale posta in essere dalla capitaneria di porto, il personale del Nucleo operativo di protezione ambientale dell’Ufficio circondariale marittimo di Otranto, ha effettuato prima un capillare controllo e poi, su disposizione della procura, ha posto i sigilli ad un terreno privato di circa 20 mila metri quadri.

L’area in questione si trovava lungo la direttrice che porta alle marine di Melendugno dove i militari della guardia costiera, in prima battuta hanno accertato la realizzazione e la gestione di una discarica abusiva. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia della polizia locale ed un tecnico del Comune di Melendugno, che hanno coadiuvato gli operatori della capitanerria nelle operazioni di sequestro.

La discariva nella zona di Melendugno

Le verifiche nella zona hanno consentito di accertare che nell’area interessate sono stati disseminati, in maniera continuativa, depositi incontrollati di rifiuti, molti dei quali speciali, e anche pericolosi, verosimilmente riconducibili, e non solo, allo smontaggio di una struttura balneare ed alle attività di realizzazione e manutenzione di una struttura ricettiva.

Dalla tipologia del materiale rinvenuto (assi e strutture in legno, rivestimenti, secchi di vernice, strutture metalliche e altro materiale), in relazione all’evidente stato ed vetustà, e in considerazione dell’estensione degli accumuli dei rifiuti, è stato possibile appurare che gli stessi sono stati depositati da molto tempo. E in maniera del tutto impropria. Nei prossimi giorni l’autorità marittima procederà a ricostruire l’eventuale filiera al fine di risalire agli autori dei depositi incontrollati effettuati tra l’altro in una zona particolarmente suggestiva e di pregio naturalistico.

Una denuncia anche dei forestali

C.A.C., un uomo di 42 anni, è stato invece denunciato a piede libero dai carabinieri forestali di Gallipoli, dopo un controllo avvenuto in località “Scraceta Piccola” su siti oggetto di smaltimento di rifiuti. È ritenuto responsabile del reato di gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi. È stato accertato, infatti, che dopo aver eseguito il deposito incontrollato di rifiuti speciali, li avrebbe illecitamente smaltiti bruciandoli. Si tratta di rifiuti costituiti da materiale plastico (tubi in pvc e bottiglie), ferroso (lattine e secchi in lamiera) e legnoso (residui di mobilia e altro).

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