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Cronaca Cavallino

Dalla Provincia nessuna autorizzazione alla centrale

Il presidente della Provincia chiarisce sul caso dell'impianto a Cavallino in discussione di aver solo espresso il proprio parere "condizionato" ed "obbligato", rimandando la decisione alla Regione

CAVALLINO - nessun via libera, nessuna autorizzazione è stata concessa dalla Provincia di Lecce per la realizzazione dell'impianto. La rassicurazione arriva direttamente dal presidente della provincia di Lecce, Antonio Maria Gabellone, che ha comunicato l'assoluta infondatezza della notizia: "Nonostante quanto impropriamente dedotto da taluni osservatori - precisa Gabellone - è doveroso puntualizzare come la Provincia di Lecce abbia solo dovuto adempiere, per obblighi di legge, alla formulazione di un parere tecnico obbligatorio a cui l'ente non può sottrarsi, prima che il progetto passi realmente alla Regione Puglia per la valutazione e l'eventuale approvazione, tutta in capo all'ente regionale".

L'Ente provinciale, dunque, secondo quanto esplicita ed evidenzia il presidente, fa sapere che per atto dovuto, dopo aver conosciuto le disposizioni della Legge regionale 11/2001, ha indicato le sue prescrizioni "serie, rigide e rigorose, perché l'eventuale autorizzazione regionale alla realizzazione dell'impianto non abbia conseguenze d'impatto ambientale sul territorio, sia in fase di realizzazione che in fase di utilizzo".

La Provincia, in sostanza, ha espresso un parere, come ribadito e chiarito, "condizionato, obbligato, a tutela del suo ambiente e del suo territorio", ma che non può assolutamente "determinare o influire sul percorso regionale che avrà il progetto, che potrà essere approvato o respinto soltanto dalla Regione Puglia".

Tra le altre osservazioni da rilevare, la presidenza della provincia segnala come anzi l'amministrazione di Palazzo dei Celestini abbia recepito nella fase istruttoria della valutazione d'impatto ambientale del progetto tutte le istanze dei comitati spontanei, che ponevano dei rilievi all'insediamento, nonostante gli stessi rilievi fossero arrivati fuori tempo massimo, essendo quindi passibili di nullità.
Un messaggio diretto, che suona un po' della serie "noi il nostro l'abbiamo fatto, ma decide la Regione".

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