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Cronaca

"Daspati" per cinque anni, ma senza mai essere indagati

Ancora a lungo 22 tifosi del Lecce non seguiranno la squadra del cuore. Erano in 28 a bordo di due pulmini, fermati a Vicenza con fumogeni e petardi. Ridotto invece, e di molto, l'obbligo di firma

LECCE - Non hanno potuto esultare per la promozione in seria A della squadra del cuore, ma oggi i 22 tifosi salentini colpiti da obbligo di firma e daspo per episodi contestati loro il 23 maggio 2010, quando si giocò Vicenza - Lecce, finalmente possono tirare almeno un sospiro di sollievo. Entro dicembre infatti decadrà per tutti loro l'obbligo di firma, ma dovranno continuare a tenersi lontano da ogni manifestazione sportiva che coinvolga i colori giallorossi, nel capoluogo salentino o altrove.

Un provvedimento singolare in quanto il Tar del Veneto, interessato della vicenda da un ricorso presentato dall'avvocato Giuseppe Milli, modificava già nelle settimane successive le disposizioni dell'allora questore vicentino, riducendo il daspo alle sole partite del Lecce e non ad altre manifestazioni sportive italiane. La particolarità della vicenda - lo ha sottolineato il legale di nove di quei ragazzi in una conferenza stampa - sta anche nel fatto che i supporter giallorossi non sono mai stati indagati, perché il pubblico ministero cui fu assegnato il fascicolo non riscontrò elementi per un'iscrizione nel registro, inquadrando la storia come atto non costituente notizia di reato.

Un passo indietro. Quella "maledetta" domenica due pulmini che facevano parte della festosa carovana di mezzi che si riversò a Vicenza per seguire il Lecce nell'ultima trasferta di un campionato dominato in lungo e largo, furono perquisiti all'ingresso del capoluogo berico quando i tifosi erano già scesi per salire su mezzi di linea che li avrebbero portati allo stadio "Menti". Nei mezzi viaggiavano sostenitori provenienti da diversi centri della provincia di Lecce che avevano aderito all'appello on-line di un'agenzia di viaggi e che dunque non costituivano alcun gruppo di tifosi organizzati.

Gli agenti di polizia trovarono torce e materiale pirotecnico - petardi del tipo "Mephisto" e altri similari - di cui si assunsero la responsabilità sei ragazzi che, difatti, firmarono il relativo verbale di sequestro. Inspiegabilmente - ricostruisce l'avvocato Milli - vennero denunciati anche gli altri 22 occupanti, presumendo una responsabilità solidale, con la conseguente imposizione di daspo per cinque anni e l'obbligo di firma al quale - va notato - si sottrassero subito i due minorenni coinvolti perché il giudice competente non convalidò il provvedimento.

Le persone coinvolte - ha precisato il legale - non avevano allora e non hanno tuttora precedenti penali, né specifici né generici, e non si resero protagonisti, quel giorno, di alcun'altra condotta che potesse far desumere la loro pericolosità. Ad un anno dai fatti contestati, la storia ha registrato un momento di svolta con la pronuncia della Corte di Cassazione (su ricorso presentato da un altro tifoso) che ha rinviato al gip di Vicenza - lo stesso che ne aveva dichiarato la convalida nei confronti dei ragazzi "giunti dalle propaggini meridionali dello Stato" - il provvedimento sull'obbligo di firma, ridotto infine a un anno e sei mesi.

Sulla base di questa decisione, Milli ha presentato al nuovo questore un'istanza di revoca del daspo per i suoi nove assistiti, allegando peraltro tutta la documentazione che attestava una volta per tutte come nessuno dei 22 risultasse indagato dalla Procura. Dopo quattro mesi la risposta, insoddisfacente. Riduzione dell'obbligo di firma ma conferma della disposizione che continuerà a tenere lontano questi tifosi - all'incontro con i giornalisti ne erano presenti due, Carlo e Franco - dal posto dove più vorrebbero stare, lo stadio dove gioca il Lecce.

Il legale sta ora valutando di ricorrere al Tar ma i ragazzi coinvolti una decisione l'avrebbero già presa: quella di sostare davanti alla questura, anche quando sarà scaduto l'obbligo di firma, per testimoniare che loro non sono un problema di ordine pubblico.

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