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Cronaca Nardò

Disordini con il Gravina, scatta il Daspo per il presidente del Nardò Donadei

Provvedimento di un anno per il numero uno del club, noto per la sua attività di avvocato e di presidente della Camera civile salentina, e di due anni per l'amministratore unico Alessio Antico. Si era creato un parapiglia con forti contestazioni alla terna arbitrale

NARDO’ – Al Nardò sono costati molto più di una gara persa e di un turno di squalifica del campo, i fatti avvenuti durante e al termine della gara interna con il Gravina del 13 febbraio scorso, valevole per il campionato nazionale di serie D.  

I disordini, diretta conseguenza di una dura contestazione alla direzione arbitrale (la gara era terminata 3 a 2 per gli ospiti, con i neretini rimasti in nove dopo due espulsioni), hanno provocato un vero e proprio terremoto nell’ambito societario. Perché, al Daspo che il questore di Lecce Andrea Valentino ha comminato nei giorni scorsi a carico di Alessio Antico, 42enne, amministratore unico del club granata, se n’è aggiunto un secondo notificato proprio oggi che è andato a colpire direttamente il presidente onorario, Salvatore Donadei, 54enne. Non un nome qualunque. Molto noto per la sua professione di avvocato, Donadei è anche presidente della Camera civile salentina.

Le indagini, e le conseguenti notifiche ai due dirigenti dell’Ac Nardò, sono state eseguite dagli agenti del Commissariato di polizia neretino. “Le misure di prevenzione sono state emesse in quanto i loro comportamenti, nel corso del citato incontro di calcio, sono stati considerati pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica”, spiega una nota della Questura, la quale aggiunge che le condotte sono state originate “a causa di decisioni del direttore di gara non condivise dalla tifoseria della squadra del Nardò e dalla dirigenza della stessa”.

Pesante la mano del giudice sportivo

Image-12-23Pesante era stata la mano del giudice sportivo, a margine dell’incontro: multa di 3mila e 500 euro, squalifica del campo per una gara da disputarsi in campo neutro e a porte chiuse. Nel referto, si era riportato di espressioni offensive, nel corso del primo tempo, di una persona riconducibile alla società e presente sul terreno di gioco verso un dirigente del Gravina, arrivando persino a tentare il contatto e, nella ripresa, di una bottiglietta piena d’acqua lanciata verso l’arbitro dagli spalti (che non l’aveva comunque colpito), così come di un altro oggetto che aveva sfiorato la testa di un guardalinee.

Ma le situazioni peggiori erano avvenute al triplice fischio, con l’invasione di campo da parte di una decina di persone, rivoltesi in modo offensivo e minaccioso verso la terna arbitrale, il lancio di una moneta che aveva sfiorato il viso di un guardalinee, tentativi di aggressione degli ufficiali di gara, fatti oggetto di spintoni, con risoluto intervento delle forze dell’ordine che avevano dovuto scortare la terna nel Commissariato. In ambito sportivo, come primo provvedimento, oltre a sanzione e squalifica, era stato assunta l’inibizione di ogni attività, fino al 15 marzo, a carico del direttore generale del Nardò, Silvano Toma.

E ora l'inchiesta penale

Ora, però, si è aperta anche l’indagine penale per la quale è scatto il Daspo di un anno a carico di Donadei, accusato di essersi scagliato fisicamente e verbalmente contro l’arbitro, con spintoni, e di essersi opposto agli agenti che tentavano di portare fuori dallo stadio la terna, e di due anni per Antico, perché avrebbe tentato di aggredire l’allenatore in seconda del Gravina e di arrivare a contatto con la terna arbitrale. Sempre Antico, avrebbe opposto, infine, resistenza ai poliziotti e, divincolandosi, sarebbe riuscito comunque a colpire l’allenatore avversario.

Entrambi i dirigenti neretini sono difesi dall’avvocato Giuseppe Milli, il quale spiega che è già in atto fin dalle prime battute attività difensiva-investigativa in grado di sostenere la difesa in ogni grado, sia amministrativo, sia penale.

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