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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Rapinò auto sul viale da latitante: acnora guai per l’ultimo arrestato di “Network”

A Daniele De Matteis, finito in manette il 20 maggio dopo una latitanza di 3 mesi, è contestato l'episodio del 22 aprile quando in viale della Libertà il conducente di un furgone fu minacciato con la pistola. Il mezzo poi ritrovato in fiamme

LECCE – E’ da oggi detenuto anche per rapina a mano armata Daniele De Matteis. Il 30enne leccese è stato arrestato il 20 maggio scorso dagli agenti della squadra mobile che erano sulle sue tracce da quando, era il 26 febbraio, si era reso latitante nell’ambito dell’operazione “Network”, frutto di due filoni d’inchiesta: quella denominata “Terra d’Acaia”, condotta dai carabinieri del Ros e “Alta marea” della mobile.

All’uomo, considerato un personaggio di rilievo nella criminalità locale, è contestato l’episodio registrato il 22 aprile scorso in viale della Libertà, intorno alle 22.30. Il conducente di un Fiat Doblò fu colpito con il calcio di una pistola sul braccio e con uno schiaffo al volto e gli venne intimato di scendere dal veicolo che poche ore dopo fu ritrovato bruciato, nelle campagne all’altezza del quinto chilometro della strada che porta a San Cataldo. Il proprietario del mezzo, intanto, aveva sporto denuncia presso il vicino comando provinciale dei carabinieri.

Nello scorso dicembre, inoltre, De Matteis era stato condannato a quattro anni di reclusione, al termine di foto (89)-5-3un procedimento con rito abbreviato, per detenzione di sostanza stupefacente: circa 6 chilogrammi di hashish ritrovati nel corso di un controllo, avvenuto nel maggio del 2013, in un immobile adiacente all’abitazione della madre, a Frigole. In quella circostanza l’uomo, che era da poco uscito dal carcere dove aveva scontato una pena per evasione da misure restrittive, non seppe giustificare adeguatamente il possesso della somma di mille e 200 euro in contanti.

L’ordinanza di custodia cautelare notificata oggi in carcere è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari, Annalisa De Benedictis, sulla base di un quadro indiziario corroborato da diverse testimonianze e da riscontri di altro tipo in possesso degli inquirenti.

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