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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

Delibera sui lidi, Venneri: "Ho agito per la città"

Gallipoli: l'ex sindaco si dichiara sereno sulla vicenda che rischia di mandarlo sotto processo con altri 12 ex consiglieri del 2005. Pochi mesi dopo il provvedimento la Regione cambiò la legge

Non si è fatto attendere il commento dell'ex sindaco di Gallipoli, Giuseppe Venneri, sulla vicenda che lo vede coinvolto con altri dodici ex consiglieri comunali e per la quale rischia insieme a loro di finire sotto processo. Un atto amministrativo dell'8 novembre 2005, ovvero una delibera del Consiglio comunale, votata trasversalmente dall'assise cittadina allora in carica, per tutelare gli interessi "pubblici" dei gestori dei lidi balneari del litorale ionico. Questo il pomo della discordia sul quale la Procura ha deciso di accendere un faro da un paio di anni (e sul quale stranamente è giunta ormai in dirittura d'arrivo proprio mentre il nome dell'ex primo cittadino è riemerso in auge per la prossime elezioni amministrative del 2008). Un atto di indirizzo politico che avrebbe però costretto (come esplicitato nell'articolo di ieri di LeccePrima) l'Ufficio Tecnico comunale ad adottare provvedimenti edilizi in difformità con i dettami delle leggi regionali in vigore. E in contrasto anche con i provvedimenti di sequestro emessi dalla Procura delle Repubblica. Proprio prima dell'arrivo di una nuova ondata di sequestri dell'Autorità giudiziaria dopo la fine della stagione estiva del 2005, il Consiglio comunale di Gallipoli allora in carica decise di venire incontro ai gestori dei lidi. Almeno in parte. I concessionari dei tratti di spiaggia ottennero con quella delibera votata, e oggi contestata, la possibilità di mantenere sugli arenili le strutture orizzontali (pedane, passerelle, sentieri in legno) anche in inverno. Autorizzati anche se la legge regionale in materia prescriveva il contrario. Proroga che con l'imprimatur comunale consentiva di non smontare almeno le strutture orizzontali, nonostante i sequestri, giunti ugualmente in ogni caso, per volere della Procura, poche ore dopo la decisione del Consiglio comunale.

Delibera che oggi, con la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini da parte del pm Giovanni Gagliotta, fa pendere sul capo dei tredici indagati, tra cui l'ex primo cittadino, l'accusa per il reato di istigazione per delinquere. O meglio secondo l'ipotesi accusatoria, l'indirizzo politico deliberato dal Consiglio comunale avrebbe spinto gli stessi dirigenti comunali a commettere forzatamente degli atti di abuso d'ufficio e di contravvenzione in materia di edilizia, di tutela dell'ambiente e del codice della navigazione. E in attesa che la giustizia faccia il suo corso naturale l'ex sindaco si dichiara sereno e fiducioso. Ecco di seguito il suo commento integrale sulla vicenda della delibera del 2005 e dei lidi balneari:

"Registro con totale serenità gli ultimi accadimenti relativi alle vicende dei lidi balneari che hanno richiamato, sul Consiglio comunale di due anni fa, le attenzioni giudiziarie. Totale serenità dettata non soltanto dalla completa fiducia nell'operato della Magistratura, che come sempre nutro senza riserve, ma anche dalla piena consapevolezza della trasparenza e della aderenza al rispetto della legge che ha sempre guidato le procedure amministrative varate nei cinque anni in cui sono stato sindaco di Gallipoli. La giustizia avrà modo di constatare che si è agito nell'interesse esclusivo della città, dipanando una matassa - quella appunto degli stabilimenti balneari - che ai tempi in cui è stata affrontata era totalmente aggrovigliata e che, non a caso, ha richiesto un apposito intervento della Regione, che ha emanato una legge ad hoc pochi mesi dopo. Quando si governa bisogna essere principalmente sensibili ed attenti alle esigenze ed ai diritti della collettività, che deve avere spazi e strumenti, riconosciuti dalla legge, per operare e produrre, eliminando paletti ed ostacoli che potrebbero mandare in ginocchio intere categorie, lavoratori che operano in quel settore e famiglie che da quel lavoro traggono sostentamento. Quella di cui si parla è stata una scelta super partes, non di bottega né tanto meno finalizzata a tutelare interessi particolari o specifici, se è vero che anche l'opposizione di allora ha riconosciuto tale finalità sposando senza indugio e in modo convinto una scelta operata per non mortificare non solo una categoria ma anche, considerando la vocazione turistica della nostra comunità, l'immagine stessa di una città che sarebbe stata umiliata agli occhi dei i turisti se non avesse potuto offrire il principale servizio che ci si attende da una località balneare. Avremo modo e tempo, tutti insieme, maggioranza e opposizione, di dimostrare agli organi competenti le ragioni stesse che hanno supportato le nostre decisioni, ribadendo come null'altro sia stato perseguito se non l'interesse di Gallipoli e dei gallipolini".

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