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Cronaca Gallipoli

Demolizione Lido, Flavio Fasano condannato a due anni

In appello un anno di reclusione anche per due tecnici del Comune di Gallipoli. Nel 1999 un'ordinanza per demolire Lido San Giovanni. Per la Procura, un modo per favorire l'immobiliare Sant'Anna

LECCE - L'avvocato Flavio Fasano, già politico del Pd, ex sindaco di Gallipoli ed ex assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Lecce, è stato condannato a due anni di reclusione dai giudici della Corte d'appello di Lecce (presidente Rodolfo Boselli, a latere Giovanna Campanile ed Alcide Maritati), rimodulando in questo modo la precedente sentenza di primo grado datata 2005, con cui fu assolto insieme ad altri imputati.

Fasano, che rispondeva di falso (prescritta, invece, l'accusa di abuso d'ufficio) non ha ricevuto neanche la sospensione condizionale della pena e non gli sono state riconosciute le attenuanti generiche. Ad un anno di reclusione, sempre per falso, sono poi stati condannati due tecnici comunali, Luciano Orlandini e Giuseppe Carmone. L'agente di polizia municipale Querino Cataldi, l'ex segretario comunale Luigi De Tommasi, il comandante della capitaneria di porto dell'epoca, Emilio Tursi, e l'avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo si sono invece visti riconfermate le assoluzioni.

La vicenda è particolarmente lontana nel tempo e verte sull'ordinanza di demolizione dello stabilimento gallipolino Lido San Giovanni. Era l'estate del 1999 e Fasano era primo cittadino. Secondo le accuse (il fascicolo fu aperto all'epoca dal pm Maria Cristina Rizzo), l'allora sindaco della città jonica avrebbe utilizzato l'ordinanza per ostacolare il gestore, Bartolo Ravenna, agevolando in questo modo l'immobiliare Sant'Anna.

L'ordinanza di Fasano, sulla base di pareri tecnici di Carmone e Orlandini, puntava alla demolizione di gran parte dello stabilimento, perché ritenuto pericolante. In realtà, successive ispezioni evidenziarono che non esisteva un problema tale da far temere un potenziale collasso delle strutture. Una manutenzione straordinaria avrebbe risolto i problemi principali. Dunque, per la Procura non esisteva un pericolo così grosso da giustificare un'ordinanza di tale portata. E tutto ciò, sarebbe stato fatto per agevolare l'immobiliare nella gestione della struttura.

Fasano era difeso dall'avvocato Francesca Conte, che resta in attesa delle motivazioni della sentenza, preannunciando ricorso alla Cassazione. Gli altri imputati erano difesi dagli avvocati Ernesto Sticchi Damiani, Fernando Musio, Carlo Sica, Massimo Giannuzzi e Angelo Pallara.

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