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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Trepuzzi / Via Palermo

Eternit a pochi passi dal centro abitato. La denuncia di due cittadini

La segnalazione è giunta a seguito dell'avvistamento di un cumulo di materiale nocivo, in una campagna di località "Votano-Specchia", a 50 metri delle abitazioni di Trepuzzi. La redazione ha contattato la municipale del luogo, la quale ha garantito un sopralluogo a stretto giro

TREPUZZI – Il contrasto tra quella terra rossa e fertile e il grigiastro del materiale frantumato, abbandonato lì, per terra, è una violenza visiva. Ma il problema non sta nell’accostamento cromatico, quanto in quel cumulo depositato: eternit, accatastato senza una ragione a ridosso di una delle campagne alla fine di via Palermo, a Trepuzzi, a soli 50 metri dal centro abitato.

  A denunciare quella presenza nociva per la salute - resa tale anche dal fatto che si tratta di frammenti spaccati, non di lastre intere, che quindi agevolano la presenza di sostanze e pulviscoli facilmente inalabili - due lettori, rispettivamente originari di Trepuzzi e Copertino, i quali hanno notato l’abuso ambientale passando per la via, in località Votano-Specchia. Stando a quanto dichiarato, i residenti si sarebbero rivolti, in più occasioni, all’amministrazione comunale del luogo, in primis, per segnalare l’accaduto, passando anche dai carabinieri della stazione locale.

Vista l’urgenza della situazione in cui versa l’area, spesso frequentata anche da numerosi bambini, la redazione  di LeccePrima.it si è rivolta direttamente sia al comandante dei militari del Noe, il Nucleo operativo ed ecologico dell’Arma di Lecce, il maggiore Nicola Candido, il quale è stato ora messo al corrente dell’episodio, sia al capo della polizia municipale di Trepuzzi, Giuseppe Barrotta. Quest’ultimo, venuto a conoscenza dell’accaduto, ha garantito un sopralluogo da parte degli agenti, nel giro di poche ore, comunque nel corso della mattinata.

Nel caso si dovesse riscontrare l’effettiva pericolosità della zona, scatterebbe la segnalazione all’Ufficio ambiente dello stesso Comune, il quale dovrebbe provvedere allo smaltimento del materiale pericoloso, nel caso sia stato accatastato su un suolo pubblico. I dipendenti dell’ufficio che si occupa di tutela dell’ambiente, inoltre, rimuoverebbero comunque quel cumulo pericoloso dal terreno, anche se privato, nel caso in cui il titolare dell’area si rifiutasse di accollarsi l’onere della bonifica.     A quel punto, accertata la reale responsabilità, scatterebbero pesanti sanzioni e provvedimenti previsti dalla normativa in vigore.

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