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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Fotoreporter ferito allo stadio, insorge la categoria: “Si poteva prevedere”

Dopo l'aggressione al "Via del Mare" subita dal fotografo Ivan Tortorella, cameraman e operatori hanno sollevato dubbi, chiedendosi: "Dove sono Ordine dei giornalisti, Assostampa e Ussi?". Hanno denunciato i gravi episodi che, a loro dire, si sarebbero dovuti mettere in conto in caso di sconfitta

LECCE – Ad essere arrabbiati, dopo gli scontri al “Via del Mare”, questa volta sono i fotoreporter e cameraman leccesi. Nell’esprimere “solidarietà e vicinanza” al collega Ivan Tortorella, del Nuovo Quotidiano di Puglia, ferito durante i tafferugli allo stadio “Via del Mare”. L’operatore - finito nella folla inferocita di centinaia di tifosi delusi per il risultato della partita disputata contro il Carpi- è stato colpito con calci e pugni mentre si era chinato a recuperare la sua macchina fotografica. Accompagnato presso l’ospedale di Copertino, è stato dimesso nella serata di domenica con alcune lesioni giudicate guaribili in pochi giorni, e che fortunatamente non hanno compromesso gli organi vitali.

La vicinanza del gruppo di operatori dell’immagine è stata espressa non solo nei confronti di Tortorella, ma anche a tutti “gli altri colleghi aggrediti, malmenati e che si sono visti distruggere in pochi minuti di follia le attrezzatura frutto di anni di sacrifici e di lavoro. Solidarietà anche agli steward, ai calciatori e alle forze dell’ordine, che contribuiscono, ciascuno nel proprio ambito, come lavoratori, ad uno spettacolo che il pubblico pagante può applaudire oppure fischiare, ma dove, quando al 90° l’arbitro fischia la fine della partita, deve calare il sipario e ognuno deve tornare a casa, con la gioia o l’amarezza per il risultato della propria squadra e null’altro”.

A fomentare la delusione, tuttavia, è un altro aspetto. “Qualcuno – hanno proseguito- ha preso sottogamba quello che già da qualche giorno circolava come minaccia se il Lecce non avesse vinto. Com’è possibile aprire un portone che divide gli spalti dal terreno di gioco? Com’è possibile che le forze dell’ordine fossero in numero esiguo rispetto alla portata dell’evento? Fa male il silenzio dell’Ordine dei giornalisti, dell’Assostampa e dell’Ussi (l'Unione sportiva stampa italiana, ndr) sodalizi ai quali i colleghi sono iscritti. Fanno ancora più male le parole del Patron del Lecce rivolte a tifosi e calciatori: “Sono stati splendidi, ma dovrebbero stare più tranquilli. Certo hanno subito per tutto l’anno le angherie di persone senza dignità”. Ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso e non ci accontentiamo di qualche clemente Daspo. Auspichiamo che allo stadio di Lecce possano tornare al più presto i veri tifosi, magari in compagnia delle proprie famiglie, per assistere a manifestazioni sportive e non ad azioni di guerriglia urbana”, hanno concluso con l'amaro in bocca.

                                                                          

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