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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Medico: “Trattenuto da vigilessa, mentre paziente aveva un infarto ”. Le scuse dal sindaco

Un anestesista rianimatore si stava recando presso una clinica privata leccese per effettuare un intervento urgente, ma è incappato nei controlli della polizia locale. In un secondo post il chiarimento definitivo

LECCE – Fermato per un controllo nel territorio comunale ma bloccato per circa un quarto d'ora, nonostante fosse un medico diretto in clinica per un intervento urgente. Lo sfogo di un anestesista leccese, divenuto virale sulle pagine Facebook, fa riferimento a un episodio accaduto la sera di Pasqua. Il rianimatore, in servizio presso una nota clinica privata della città, avrebbe dovuto cominciare il proprio turno alle 20. Un’ora prima, però, ha ricevuto una richiesta di intervento immediato e si è messo così in strada, alla guida dell’auto, diretto nella struttura sanitaria.

Incappato in uno dei posti di controllo della polizia locale, ha fornito i documenti e spiegato agli agenti la destinazione e il motivo dello spostamento da casa. Una vigilessa, tuttavia, avrebbe chiesto, come riportato sul post del medico: “Anche il giorno di Pasqua fate urgenze? E che cosa avrebbe questa persona?”. “Un infarto”,  ha risposto il professionista a quel punto. Ma l’agente, evidentemente non convinta delle (e dalle) spiegazioni del medico, ha continuato: “Ma a cosa serve il medico rianimatore per un infarto?”.

Il medico, frettoloso di raggiungere la clinica, ha richiesto i propri documenti e si è allontanato velocemente avendo perso, a suo dire, almeno un quarto d’ora di tempo. Nelle ultime ore, appreso lo sfogo sui social network, l’amministrazione comunale, dopo aver ricostruito i fatti, lo ha contattato per porgere le scuse al medico trattenuto ben oltre il dovuto. “Un incidente di percorso che può capitare in periodo di particolare stress come questo, che riguarda tutti e anche le forze di polizia”, lo ha definito il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, durante la sua quotidiana finestra informativa, scusandosi per l'increscioso fatto a nome di Palazzo Carafa. "Si sbaglia, siamo fallibili, ne siamo consapevoli e siamo qui per correggere gli errori", ha concluso il primo cittadino leccese.

Il secondo post: tutto chiarito, "uniti siamo più forti".

Nelle ultime ore lo stesso anestesista ha chiuso definitivamente la vicenda con un secondo post: "Avverto la premura di raccontare il seguito della vicenda che sta rimbalzando in maniera virale sui vari social e sulle varie testate giornalistiche e che mi vede protagonista.Innanzitutto ci tengo a precisare che nel mio post non c’è mai stato spazio né per il maschilismo né per la denigrazione di una categoria lavorativa. Il mio rispetto è massimo sia per le donne che per la polizia locale di Lecce. Secondo, non ho mai voluto far intendere che medici ed operatori sanitari debbano essere immuni dai controlli. Quando esco a far la spesa e giustissimo che venga fermato e, se necessario, trattenuto e multato. Ma se siamo chiamati in urgenza sarebbe opportuno far procedere i sanitari e a tempo debito accertare la veridicità delle dichiarazioni".

"Detto questo - ha proseguito il medico - volevo ringraziare pubblicamente il comandante della polizia locale Donato Zacheo, che in maniera molto gentile e professionale mi ha chiamato e con il quale ho chiarito la situazione in maniera molto civile e costruttiva. Grazie comandante. Un grazie anche all’assessore Sergio Signore per la professionalità ed umanità che mi ha dimostrato a seguito dell’accaduto. Cordialmente grazie anche al sindaco Carlo Salvemini e a tutte le autorità con le quali mi sono confrontato di persona e nelle quali ho trovato competenza e dedizione per il proprio lavoro. Inoltre ringrazio tutti i salentini che hanno dimostrato vicinanza ed attenzione alla mia professione e alla mia persona. Grazie di vero cuore a tutti voi. Questa è l’italia che mi piace, questo è il Salento dove ho deciso di vivere; uniti siamo i più forti".

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