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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Diede del “fascista di m...” al consigliere comunale della Lega: a processo

Al banco degli imputati un 58enne di Monteroni “accecato” dall’affermazione “il femminicidio è un’invenzione della sinistra”, pubblicata su facebook da Fabio Tuiach

LECCE/TRIESTE - "Il femminicidio è una invenzione della sinistra", scrisse su facebook, il 20 ottobre 2017, il consigliere comunale di Trieste Fabio Tuiach, che all’epoca faceva parte della Lega Nord. Ma non sarà lui a sostenere un processo per aver offeso tutte le donne vittime di violenza. A finire al banco degli imputati sarà chi, nel suo profilo (sotto la foto di Santa Filomena), gli ha dato del “fascista di merda”: D.T., un 58enne di Monteroni di Lecce.

A partire dal 17 giugno, assistito dall’avvocato Michele Reale, dovrà rispondere di diffamazione a mezzo stampa davanti al giudice della prima sezione penale Alessandra Sermanini. Lo ha stabilito il decreto di citazione a giudizio emesso lo scorso luglio dal pubblico ministero di Lecce Emilio Arnesano, il magistrato arrestato, cinque mesi dopo, per corruzione in atti giudiziari. 

Nel fascicolo d’inchiesta (inizialmente aperto dalla Procura di Trieste) non è stato acquisito il commento di Tuiach, il consigliere con un passato da pugile, che provocò quegli insulti e che riportiamo qui integralmente: “Questa mattina in commissione mi è scappata una verità scomoda che ha fatto infuriare la sinistra che fa battaglie per garantire a due uomini innamorati di potersi comprare un bimbo con l’utero in affitto! I grillini si sono scatenati quando ho ricordato che il femminicidio è un’invenzione della sinistra ma questi dati lo confermano. In tanto (scritto proprio così, ndr) in Italia gli unici che continuano a creare problemi sono i nuovi arrivati islamici che hanno una cultura completamente diversa dalla nostra! Ci sono anche italiani a volte, come i due Rom che hanno picchiato la mia amica Hellen quando ha difeso con coraggio una collega a sua volta picchiata da un altro Rom. Di oggi la notizia che sono tranquilli ai domiciliari a rilassarsi”.

Il consigliere non è nuovo a dichiarazioni simili, come quelle su Stefano Cucchi, o quelle sulle unioni civili, quando definì "culimoni" la sala matrimoni. Si sentì offeso da quel “fascista di merda”, tanto da denunciare, due giorni dopo, chi lo scrisse e, con lui, altri quattro utenti che non gli riservarono parole migliori. Forse, però, nel frattempo, l’ex pugile ha cambiato idea. In un’intervista rilasciata lo scorso 10 gennaio a Triesteallnews.it, al cronista che gli fa presente l’utilizzo frequente nei suoi riguardi dell’appellativo “fascista”, lui risponde: “Non provo niente di particolare se la gente mi chiama “fascista”.

"Il fascismo è lontano nel tempo, del fascismo sono rimasti solo alcuni valori fondanti e li ritengo giusti: io sono figlio di esuli, e c’è stato un momento della storia in cui bastava andare a messa in chiesa per essere chiamati ‘fascisti’ e finire infoibati. Ce lo raccontano i nostri nonni. Io non penso al fascismo ma alla difesa del popolo, del crocifisso e della patria: per vedere come le cose stiano cambiando molto rispetto agli anni in cui ‘patria’ non voleva dire più niente basta guardare all’est Europa, a quei paesi che ritrovano la loro forte identità nazionale. Nelle mie idee io rimango sempre uguale, che sia in Lega, che sia in Forza Nuova o fuori. Se mi chiamano ‘fascista’, non m’importa, non è quello il punto”.

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